Accadde oggi, 25 giugno 1946: al via l’Assemblea Costituente. In Italia, l’Assemblea Costituente fu l’organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica. Le sedute che portarono alla nuova Costituzione, si conclusero il 31 gennaio del 1948. L’Assemblea Costituente che votò la fiducia ai governi che si susseguirono in quel periodo, si insediò proprio 77 anni fa.
Accadde oggi, 25 giugno 1946: al via l’Assemblea Costituente
Come suo primo atto, il 28 giugno 1946, l’Assemblea Costituente dopo l’esito del referendum istituzionale, si riunì per eleggere il Capo provvisorio dello Stato. Venne eletto Enrico De Nicola al primo scrutinio con 396 voti su 501. De Nicola in tal modo superò la maggioranza dei tre quinti dei 556 componenti, richiesta da apposito decreto. L’Assemblea Costituente aveva sede in quella che oggi è l’aula di Montecitorio.
I lavori dell’Assemblea Costituente
I lavori della Costituente in origine avrebbero dovuto avere una durata di otto mesi, con una possibile proroga di non oltre quattro mesi. Tale termine andava calcolato dalla prima seduta del 25 giugno 1946 e pertanto scadeva il 24 febbraio 1947. Successivamente, si fece uso della facoltà di proroga con legge costituzionale e il termine fu spostato al 24 giugno 1947. Il nuovo termine si rivelò comunque insufficiente e una nuova legge costituzionale, approvata dalla stessa Assemblea Costituente, lo spostò ulteriormente al 31 dicembre 1947. La Costituzione, approvata il 22 dicembre dello stesso anno dall’Assemblea Costituente, venne promulgata da De Nicola il 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il primo gennaio 1948.
Come era composta l’Assemblea Costituente
Alle elezioni del 2 giugno 1946, la Democrazia Cristiana ottenne 207 seggi, il Partito Socialista di Unità Proletaria 115, e il Partito Comunista Italiano 104. I partiti con un solo deputato eletto alla Costituente furono: Gerardo Bruni del Partito Cristiano Sociale, Ugo Damiani del Movimento Unionista Italiano, Alessandro Scotti del Partito dei Contadini d’Italia e Giulio Bordon della coalizione valdostana Fronte Democratico Progressista Repubblicano.
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