Quando non si sa cosa proporre per cercare altre forme di energia relativamente pulita un nome torna spesso di moda. Quello del nucleare. Un tema che nel nostro Paese divide come non mai e che a partire dai referendum del 1987 ha di fatto messo in naftalina qualsiasi progetto e centrale sul territorio nazionale. Eppure, a distanza di quasi 40 anni, molte volte il tema è tornato in discussione. Mai senza particolare successo.

Centrodestra favorevole

Tuttavia adesso, qualcosa sembra cambiare. Sebbene molti nel centrodestra siano favorevoli all’energia radioattiva, in primis il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, anche nelle altre forze politiche l’idea di riaprire o costruire centrali nucleari si fa largo.

Nasce l’intergruppo per portare il nucleare in politica

Carlo Calenda addirittura lancia una petizione Nucleare sì grazie – per rilanciare, come riferisce lo stesso leader di Azione, “gli obiettivi di decarbonizzazione con il mix tecnologico più sostenibile” possibile. Anche perché, secondo Calenda, le altre fonti di energia pulita come l’eolico o il fotovoltaico hanno il grande deficit di essere “fonti intermittenti e stagionali, perciò ne servirebbero quantità enormi, insieme con grandi impianti di accumulo per far fronte ai molti giorni dell’anno con poco sole e poco vento e alla mancata produzione notturna”. Per il leader di Azione,

“Senza mix energetico non raggiungeremo gli obiettivi di decarbonizzazione, quelli ambientali, e non elettrificheremo il Paese per il 2050. Basta con le ideologie, è bene che i cittadini siano informati: la battaglia per il nucleare può davvero aiutare l’Italia”.

Quasi come fosse una gara a chi nel Terzo Polo si fa trovare più avanti sul tema, Italia Viva annuncia l’intergruppo parlamentare sull’energia nucleare su iniziativa della Senatrice Silvia Fregolent per, a suo dire, “rompere un tabù ed eliminare i pregiudizi che continuano a far scontare al nostro Paese ritardi inspiegabili”. Insomma il nucleare sembra piacere molto a tanti in politica.

Da sinistra i Verdi dicono no

Al coro a favore dell’energia verde, si contrappone il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli con una serie di punti cui controbatte alla proposta di Azione puntando soprattutto sui costi degli impianti e sulle lobby che spingerebbero così il Parlamento a una linea più morbida sul tema. Sul tavolo però rimane la questione di trovare nuove fonti di energia per arrestare il riscaldamento globale. Prima che sia troppo tardi.