Durante un recente evento organizzato dal Gruppo Esponenti Italiani (GEI) a New York, Urbano Cairo, l’esperto magnate dei media e presidente di Rcs Mediagroup, La7 e Cairo Communication, ha espresso il suo punto di vista sulla situazione delle società Mediaset e Mondadori. Secondo Cairo, queste aziende, che vedono la famiglia Berlusconi detenere rispettivamente il 50% e una quota di maggioranza, non sono sul mercato. L’idea che Mediaset e Mondadori possano essere oggetto di vendita è per lui una “non questione”.

Urbano Cairo negli USA: innovazione e strategie di mercato

Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Cairo ha avuto l’opportunità di incontrare importanti gruppi editoriali, come il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal. Ha inoltre avuto dialoghi con aziende innovative, definite da lui come “corsare”, che presentano idee nuove e differenti, come ad esempio Axios. Questi incontri, secondo Cairo, hanno rivelato un settore in piena effervescenza e hanno offerto uno spaccato delle tendenze future dei media.

La passione per New York e la politica americana

Nel corso dell’incontro con Mario Platero, presidente del Gei, Cairo ha raccontato della sua passione per New York, nata durante un semestre passato alla NYU come studente, e per la politica americana. Ha citato la serie di libri “The Making of the President”, scritti dal giornalista Theodore H. White, e ha rivelato che le sue idee sui media, derivate dalla lettura del libro “The powers that be” di David Halberstam, gli hanno permesso di essere assunto come assistente da Berlusconi negli anni Ottanta.

Urbano Cairo e l’Intelligenza Artificiale nell’editoria

In merito all’introduzione dell’intelligenza artificiale nel settore editoriale, Cairo ha sottolineato come sia un tema su cui ragionare bene. L’innovazione tecnologica, secondo lui, non può essere fermata, ma è importante prestarle la dovuta attenzione. Anche se alcuni temono che l’IA possa portare a licenziamenti, come nel caso del gruppo editoriale tedesco Axel Springer, Cairo sostiene che bisogna capire come bilanciare l’innovazione con le strutture esistenti, un compito che non è per niente facile. Ecco le sue dichiarazioni in merito:

Forse, però, la Bild era anche un giornale con qualche difficoltà. Di sicuro è un tema su cui ragionare e riflettere bene, il peso di alcune strutture è molto considerevole e sarà necessario cercare di fare i salti mortali per conciliare tutto. Questo non è affatto facile.

Urbano Cairo: niente politica nel futuro

Riguardo alla domanda se fosse interessato ad entrare in politica, Cairo ha risposto chiaramente, affermando che entrare in politica è assolutamente impossibile. Secondo Cairo, la sua priorità è gestire efficacemente il suo gruppo di aziende, che fattura circa 1,3 miliardi e impiega 4500 dipendenti, e garantire il benessere delle circa diecimila famiglie legate a questo gruppo.

Nel momento in cui hai un gruppo che fattura più o meno un miliardo e trecento milioni, con 4.500 dipendenti, 4.500 collaboratori, quindi grossomodo 10.000 famiglie che sono in qualche modo collegate a questo gruppo, a mio avviso, prima di pensare a cose differenti come la politica, è necessario pensare a questo gruppo, a farlo andare bene. Per questo motivo credo che entrare in politica sia una cosa completamente impossibile. Non sto dicendo che la politica non mi piace, ma resta comunque una cosa che non posso fare.

Inevitabile un pensiero al futuro di Forza Italia e un’opinione sul governo Meloni. Per quanto riguarda il primo tema, Cairo ha affermato che Antonio Tajani, insieme a Marina Berlusconi, sembra aver preso le cose in mano, confermando l’intenzione di proseguire. Per quanto riguarda il governo Meloni, nonostante qualche momento difficile, c’è un’eredità lasciata dal governo Draghi che ha permesso all’Italia di crescere. Al momento, quindi, “è meglio lasciare lavorare il governo”.