Il Mostro di Firenze è una delle inchieste giudiziarie italiane più lunghe della storia che rimanda ai duplici delitti che avvennero sulle colline di Firenze dal 1968 al 1985. Sono passati 38 anni dalla tragedia ma il caso sarebbe stato riaperto dopo una serie di novità venute allo scoperto negli ultimi mesi.

Oggi, stiamo assistendo ad un conflitto giudiziario tra la Procura di Firenze e gli avvocati delle vittime dal momento che l’avvocato Antonio Mazzeo, legale di due di loro, ha depositato una richiesta di ispezione al ministro della giustizia Carlo Nordio e al Procuratore Generale.

Mostro di Firenze novità dopo 38 anni: segreto d’ufficio violato

Il legale Antonio Mazzeo che segue l’inchiesta per Rosanna De Nuccio, sorella di Carmela, assassinata il 6 giugno 1981 insieme a Giovanni Foggi, e Irene Kraveichvili, sorella di Jean-Michel Kraveichvili, ucciso agli Scopeti con Nadine Mauriot l’8 settembre 1985, con il suo sotituto Alesiso Tranfa ha depositato una richiesta di ispezione al ministro della giustizia Carlo Nordio e al Procuratore Generale.

Tale decisione è stata presa dopoché nessun atto è stato consegnato nonostante i due provvedimenti dei gip Angela Fantechi e Silvia Romeo che autorizzavano da 11 mesi l’estrazione di copia degli atti mai giunti a dibattimento dei procedimenti sui due delitti, e a 7 mesi e mezzo dall’ultimo via libera dato dalla Procura per due soli atti su 12.

Inoltre, l’ufficio di Procura non avrebbe risposto a mail, pec, telefonate e richieste di ricevimento. Infine, tutti gli atti dei dibattimenti definiti con sentenze definitive non sarebbero stati custoditi nella cancelleria ma in Procura. Tale notizia è una novità risalente a gennaio 2022 quando la richiesta di una copia completa delle tre relazioni balistiche del maggiore Paride Minervini, vale a dire quelle che hanno scaturito i primi dubbi sul proiettile nell’orto di Pacciani, avrebbero dato come risposta da parte del procuratore aggiunto Luca Turco tale frase “sono coperte da segreto”.

In realtà, circa due mesi prima è uscito un libro che riportava dettagliatamente le conclusioni della consulenza del maggiore Minervini. Da qui, la denuncia per il segreto d’ufficio violato.

La denuncia da parte dei familiari delle vittime

Oggi, quindi, ci si ritrova a lavorare ancora una volta al caso giudiziario italiano più lungo e i familiari delle vittime supportati e guidati dai propri avvocati vogliono scoprire definitivamente la verità dei fatti accaduti all’epoca. Il consulente di parte Paolo Cochi (documentarista e scrittore) precisa: “A noi interessa avere accesso agli atti, non vorrei che questa vicenda si trasformasse in una querelle politica. Le ordinanze delle GIP hanno stabilito che i legali possono accedere agli atti, ma la Procura non provvede. Non vogliamo che si strumentalizzi la vicenda in chiave politica, come ho letto in qualche quotidiano. È un diritto dei familiari ottenere giustizia ed un dovere delle istituzioni cercare di fare il possibile per arrivare ad una verità pacificante”

Così, nei documenti ufficiali depositati dall’avvocato Antonio Mazzeo si legge:

Che venga disposta ispezione ministeriale (straordinaria e/o mirata) e/o inchiesta amministrativa presso la Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Firenze, affinché, in relazione ai fatti sopra descritti, accerti ogni eventuale omissione o illegittimità commesse e tuteli con ogni mezzo di legge il diritto-dovere del sottoscritto difensore di visionare e estrarre copia di tutti gli atti relativi ai procedimenti penali <<de quibus agitur>>

Mostro di Firenze, la più lunga inchiesta giudiziaria italiana

Il mostro di Firenze è una delle inchieste più lunghe d’Italia iniziata a partire dagli anni ’90 dalla procura di Firenze, quando avvennero vari omicidi con la condanna in via definitiva nel 1999, di due uomini identificati come autori materiali di quattro duplici omicidi del Mostro. Vennero chiamati i “compagni di merende”, Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

Pietro Pacciani, fu condannato in primo grado a più ergastoli per i duplici omicidi commessi dal serial killer dal 1974 al 1985,per poi essere successivamente assolto in appello e morire prima di essere sottoposto a un nuovo processo di appello. Infatti, nel 1996 la Cassazione annullò la sentenza di assoluzione del contadino di Mercatale Val di Pesa.

Sono passati tanti anni, ma la vicenda del mostro di Firenze resta avvolta in un alone di mistero. Sulle scene del crimine non sono mai state riscontrate tracce di DNA o impronti digitali che riconducessero agli indagati, la Berretta 22 utilizzata, secondo quanto emerso, dal mostro, resta uno degli argomenti principali dell’inchiesta.