Un neonato di soli due mesi è morto a Roma. Le autorità sospettano che la madre lo abbia scosso con troppa forza causando lesioni fatali.
La tragedia è avvenuta Martedì 20 Giugno 2023. Il bambino, di nome Claudio, era arrivato da Foggia al Policlinico Gemelli di Roma con gravi traumi. Il personale medico del reparto di terapia intensiva pediatrica ha ipotizzato fin da subito che il neonato potesse essere stato vittima di maltrattamenti. I sintomi infatti portavano alla “sindrome del bambino scosso”.
Per questo motivo ora il caso è passato in mano alle autorità giudiziarie. La Procura di Roma e quella di Foggia stanno cercando di accertare la condotta della madre. Secondo gli inquirenti è lei la prima sospettata della morte del neonato.
Le autorità hanno perciò aperto un fascicolo e assegnato il caso al pm anti-violenza, che si occupa di reati definiti da “codice rosso”.
Roma neonato morto: la ricostruzione della vicenda
Nel tardo pomeriggio di Domenica, i genitori avevano portato il piccolo Claudio in Pronto Soccorso all’Ospedale di Foggia, città nella quale risiedono. Il neonato presentava gravi traumi e lesioni agli organi interni.
La madre aveva descritto che il bambino era rimasto vittima di un incidente, cadendo dalla culla per una sua banale distrazione.
Il personale medico dell’Ospedale di Foggia ha tentato ogni manovra per ridurre i traumi subiti. La struttura ospedaliera pugliese tuttavia non aveva la necessaria attrezzatura per un così grave quadro clinico. Lunedì, poche ore dopo il suo ricovero, si è perciò deciso un disperato trasferimento a Roma. I medici hanno trasferito il bambino attraverso un elicottero al Policiclico Gemelli, struttura di eccellenza per i pazienti al di sotto dei due anni di età.
Il reparto di terapia intensiva pediatrico, diretto dal professor Giorgio Conti, dispone infatti di un avanzato centro traumatologico e di un servizio di elitrasporto attivo 24 ore su 24.
L’équipe ospedaliera ha evidenziato i terribili traumi subiti dal neonato. Le lesioni agli organi interne hanno causato un rapido peggioramento dei parametri vitali. Nonostante ogni manovra messa in atto dai sanitari per evitare il tragico destino, nella giornata di Martedì il piccolo cuore di Claudio ha smesso di battere.
La Procura ha disposto l’autopsia sulla piccola salma in modo da formalmente ufficializzare la causa del decesso. L’ispezione cadaverica sarà eseguita presso lo stesso Policlinico di Roma alla presenza di un consulente della Procura di Foggia.
Ipotesi sindrome del bambino scosso
Il pm di turno della Procura di Roma ha comunicato il decesso del neonato al corrispondente funzionario di Foggia, il pm Alessio Marangelli. Per entrambi risultava già evidente che i gravi danni riportati dal neonato potessero essere collegati a maltrattamenti.
Le autorità stanno perciò indagando sulle azioni della madre, una donna italiana di circa 40 anni, valutando la sua versione.
La madre di Claudio, suo primogenito, aveva infatti descritto che il piccolo fosse caduto dalla culla sul pavimento. Nessuno può confermare tale ricostruzione dei fatti, poiché in quel momento il compagno della donna e padre del bambino non era in casa.
Il neonato non aveva segni di maltrattamenti ma le lesioni subite non sarebbero compatibili con quanto spiegato dalla madre.
L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti porta dunque alla sindrome del bambino scosso. Le lesioni interne sarebbero state provocate dall’eccessivo agitamento del piccolo corpo, forse nel tentativo di far cessare il suo pianto.
In questi casi, l’energico scuotimento del delicato corpo di un neonato può creare gravi traumi cerebrali con complicanze neurologiche o portare alla morte.
Le indagini dovranno perciò accertare le eventuali responsabilità della madre. Il caso ora passerà interamente nelle mani della Procura di Foggia, dove è avvenuto il fatto.
La madre potrebbe essere accusata di omicidio colposo per non aver sorvegliato il neonato, nel caso venga appurato che il piccolo sia realmente caduto dalla culla come da lei raccontato. La sua posizione potrebbe invece decisamente aggravarsi nel momento in cui gli accertamenti dimostrino che il decesso del bambino sia stato direttamente da lei causato.