L’integrazione dell’AI all’interno dei più popolari strumenti di produttività può infatti contribuire a semplificare e rendere più agili le attività nelle aziende, spesso appesantiti da una mole di informazioni e dati che espongono i professionisti alla fatica di dover
distinguere gli insight rilevanti dal rumore di sottofondo, togliendo tempo ed energie al flusso creativo. In questo scenario che mina l’efficienza lavorativa delle organizzazioni, i dati del nuovo report di Microsoft dimostrano il ruolo di supporto dell’AI per aziende e
lavoratori in grado di dare un impulso alla creatività, aumentare la produttività e favorire la creazione di valore
.

Intelligenza Artificiale e lavoro. Nadella, CEO Microsoft: “IA necessaria per il lavoro”


“Questa nuova generazione di Intelligenza Artificiale eliminerà monotonia del lavoro e libererà la creatività“, ha dichiarato Satya Nadella, presidente e CEO di Microsoft.
“C’è un’enorme opportunità affinché gli strumenti basati sull’AI siano in grado di
contribuire ad alleviare il cosiddetto “debito digitale”, costruire un’attitudine positiva
verso l’AI e abilitare i dipendenti”.


I dati dello studio


Il nuovo studio annuale di Microsoft integra le risposte di 31.000 persone intervistate in 31 Paesi, tra cui l’Italia, con i trilioni di segnali di produttività provenienti da Microsoft 365 e le tendenze evidenziate dal LinkedIn Economic Graph. I dati evidenziano tre tendenze chiave che i leader aziendali devono conoscere per adottare e integrare l’AI in modo rapido e responsabile:

  1. Il peso del “debito digitale” a scapito dell’innovazione Il cosiddetto debito digitale sta avendo un impatto su molti lavoratori: l’afflusso di dati, e-mail, riunioni e notifiche che riceviamo ogni giorno ha superato la capacità dell’uomo
    di processarli e smaltirli tutti, accelerando il ritmo del lavoro. A livello globale, il 64% delle persone dichiara di avere difficoltà a trovare il tempo e l’energia necessari per svolgere il proprio lavoro: queste stesse persone sono 3,5 volte più soggette ad avere difficoltà con l’innovazione e il pensiero strategico. Se però i dati globali riferiscono che quasi 2 leader su 3 (60%) si dichiarano preoccupati per la mancanza di innovazione o di idee innovative nei loro team, a livello italiano la situazione sembra creare meno pensieri, con solo il 42% dei leader intervistati che esprime apprensione per l’assenza di pensiero creativo. È comunque evidente che, in un mondo in cui la creatività assume un ruolo sempre più cruciale e strategico, il debito digitale potrebbe già presentare
    i propri effetti negativi sul business.
    Osservando più da vicino come i dipendenti impiegano la loro giornata lavorativa, emerge che il 68% delle persone a livello globale dichiara di non avere abbastanza tempo per concentrarsi durante la giornata lavorativa, mentre il 62% degli intervistati afferma di dover dedicare troppo tempo alla ricerca di informazioni. I dati tratti dalle soluzioni di
    Microsoft 365 sono ancora più eloquenti, evidenziando che il dipendente medio passa il 57% del tempo a comunicare attraverso riunioni, e-mail e chat, mentre solo il 43% a creare, dedicandosi quindi alla produzione di documenti, fogli di
    calcolo e presentazioni.
  2. C’è una nuova alleanza tra AI e dipendenti. Nonostante la diffusa preoccupazione per la sostituzione dei posti di lavoro da parte dell’AI, i dati rivelano degli insight inaspettati: se il 42% degli Italiani – dato più basso rispetto al 49% globale – dichiara di temere che l’AI sostituisca il proprio lavoro, il 62% afferma di voler delegare più lavoro possibile all’AI per ridurre il proprio carico. Tra i task che gli Italiani demanderebbero volentieri all’AI compaiono le attività amministrative (67%) e quelle di analisi (68%), insieme a qualche compito più creativo (55%). I dati del report dimostrano che in Italia il 27% dei leader aziendali sarebbe disposto ad utilizzare gli strumenti di AI per supportare la propria forza lavoro, invece di sostituirla.
  1. Ogni dipendente deve avere una predisposizione all’AI Il cambio di paradigma verso l’AI come copilota delle attività delle persone richiede un modo completamente nuovo di lavorare e una nuova attitudine verso l’AI. I leader intervistati hanno dichiarato che è essenziale che i dipendenti imparino a capire come e quando sfruttare l’AI, impostando comandi corretti per
    utilizzarla, valutando il lavoro creativo prodotto e controllando che non ci siano pregiudizi. Nel nuovo panorama lavorativo la collaborazione tra uomo e AI sarà il prossimo modello di lavoro trasformativo e la capacità di lavorare frequentemente con l’AI sarà una competenza chiave per ogni dipendente. In questo scenario diventa fondamentale la fase di apprendimento e formazione:
    oggi in Italia il 47% delle persone dichiara di non disporre delle capacità giuste per portare a termine il proprio lavoro. Sarà dunque compito delle aziende formare la propria forza lavoro per poter sfruttare le nuove opportunità abilitate dall’AI per avere successo.
    Ora è il momento di dotarsi di queste competenze: il numero di post su LinkedIn che parlano di argomenti come l’AI generativa e GPT oggi è 33 volte superiore rispetto a quello di un anno fa.
    Anche in Italia i leader aziendali sembrano essere consapevoli di questa nuova richiesta del mercato, tanto che il 74% di loro afferma che i dipendenti avranno bisogno di nuove competenze per essere preparati alla crescita dell’AI. Federico Luciani