Roberto Faenza si è occupato in prima persona della scomparsa di Emanuela Orlandi di cui oggi ricorrono i 40 anni, lo ha fatto con il documentario “La verità sta in cielo” e ora aspetta anche lui con ansia il prossimo 25 giugno quando il sit-in organizzato dal fratello Pietro arriverà in Piazza San Pietro sotto la finestra di Papa Francesco. Il regista ha partecipato alla presentazione del libro “Cercando Emanuela” dell’avvocato Laura Sgrò presso la Feltrinelli a Roma e ha rilasciato un’intervista esclusiva a TAG24.
Emanuela Orlandi e il messaggio atteso da parte di Papa Francesco, il pensiero nell’intervista video a Roberto Faenza
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Roberto Faenza a TAG24 parla delle ultimissime novità con le parole del magistrato Capaldo: “Lui è la persona più giusta per capire cosa è accaduto, la cosa più grave è stato l’atteggiamento del Vaticano sino ad oggi che non ha mai davvero aperto alla ricerca della verità”, poi la lode per Papa Francesco “A me sembra un Papa diverso e coraggioso, è ora di aprire gli archivi vaticani e scoprire cosa è davvero accaduto“. Importante è stata anche l’uscita della docuserie Vatican Girl: “Credo che Netflix abbia contribuito in modo importante alla diffusione della storia di Emanuela Orlandi nel mondo”
“La cosa più commovente è la ricerca della verità da parte di Pietro Orlandi”, poi sulla Commissione d’inchiesta ritardata spiega che la colpa non è secondo lui del Santo Padre che combatte delle lotte interne “Io penso che il Vaticano non sia solo Francesco, lui è solo l’anima più bella ma ci sono anche dei punti molto oscuri che conosciamo. Il papa deve lottare contro il passato e dei nemici, ma io credo che sia coraggioso e alla fine vincerà”. Sull’attesa dichiarazione all’Angelus di domenica 25 giugno dopo il sit-in è meno fiducioso di Pietro Orlandi: “Spero di ascoltare una dichiarazione forte dal Santo Padre, ma non so se glielo consentiranno perché non è solo lui il Vaticano“.