La riforma fiscale italiana attualmente in discussione potrebbe rappresentare un cambiamento piuttosto importante e significativo per i lavoratori autonomi, le imprese e i titolari di partita IVA. Un emendamento recentemente proposto alla legge delega sulla riforma fiscale introduce un nuovo meccanismo di pagamento dilazionato per l’acconto Irpef, comunemente noto come l’acconto di novembre. Si tratta a tutti gli effetti di una novità considerevole, visto che vede come protagonista una scadenza non particolarmente amata dai lavoratori autonomi e che tale delega potrebbe rivoluzionare.
Acconto di novembre lavoratori autonomi: la proposta per il nuovo sistema di pagamento
L’idea del pagamento dilazionato delle imposte non è una novità. Già nel 2020, il Deputato Alberto Gusmeroli aveva proposto la rateizzazione dell’acconto di novembre. L’obiettivo principale di questo emendamento è di ridistribuire il peso fiscale in modo più equo e in linea con gli incassi per i lavoratori autonomi, gli imprenditori individuali e i soggetti che ricadono nell’ambito degli ISA, gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.
Questo emendamento, approvato il 20 giugno 2023 dalla Commissione Finanze della Camera, mira a introdurre gradualmente un sistema di pagamento mensile degli acconti e dei saldi, così da distribuire il carico fiscale su un periodo più esteso, senza creare ulteriori oneri per le finanze pubbliche.
Come funziona il pagamento a rate dell’acconto di novembre per i lavoratori autonomi
Nel dettaglio, l’emendamento non menziona direttamente il concetto di rateizzazione dell’acconto di novembre, ma è evidente che si tratta dell’obiettivo finale. Ciò significa che i titolari di partita IVA avrebbero la possibilità di distribuire il pagamento del secondo acconto IRPEF su un numero maggiore di rate, senza dover far fronte a penalizzazioni o a nuove modalità di calcolo dell’imposta.
Una delle proposte presentate dal relatore nel corso degli ultimi anni riguarda la potenziale riduzione della ritenuta d’acconto per i lavoratori autonomi. Questa riduzione, combinata con la nuova modalità di pagamento rateale delle imposte, potrebbe rendere l’adempimento fiscale più gestibile per i contribuenti.
Le reazioni alla proposta di riforma fiscale
Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Elbano De Nuccio, ha espresso un giudizio positivo sulla proposta di rateizzazione delle imposte, sottolineando come questa nuova modalità di pagamento renderebbe il debito fiscale più sostenibile, generando maggiore sollievo tra i contribuenti e in particolare le partite Iva. Dopotutto, ricordiamo che si parla di una porzione di imposte che si paga in previsione dei guadagni futuri, calcolati a loro volta su quanto guadagnato nell’anno d’imposta precedente.
Ampiamente soddisfatto il padre dell’emendamento, Alberto Gusmeroli, che ha dichiarato:
Dopo quasi tre anni di intensa battaglia condotta da me e dalla Lega, ho depositato come relatore un emendamento alla delega fiscale per la riduzione della ritenuta di acconto e la rateizzazione delle imposte e, in particolare, del maxi acconto annuale delle imposte di novembre. Le modalità di calcolo anche previsionale non saranno modificate, tuttavia le imposte si potranno pagare tutte a rate. Basta con le tasse pagate in anticipo.
Modifica senza oneri per la finanza pubblica
La proposta di riforma fiscale non è ancora stata attuata e, come tale, si trova ancora in una fase preliminare. Tuttavia, se venisse introdotta, questa novità porterebbe un cambiamento significativo nel modo in cui i lavoratori autonomi e i titolari di partita IVA gestiscono il pagamento delle imposte.
Ridurre il peso delle scadenze fiscali, in particolare quella autunnale che prevede il versamento del maxi acconto su guadagni non ancora ottenuti, e semplificare il processo di pagamento delle imposte rappresenta comunque un obiettivo cruciale, se non il più importante, per la riforma fiscale in discussione.
Il tutto, pagamento dilazionato dell’acconto di novembre e riduzione della ritenuta d’acconto per gli autonomi, avverrebbe senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.