Stati Uniti d’America e Taiwan rinsaldano le loro relazioni. È così da un po’ di tempo a questa parte e, nella giornata americana, c’è stato un nuovo aspetto conciliante da registrare. La Camera dei Rappresentanti, infatti, ha approvato un accordo volto a rafforzare le relazioni economiche con Taiwan. Da Taipei esultano e parlano di un evento storico, a Washington si preparano per portare il testo al Senato dove dovrà essere approvato per la definitiva approvazione.
L’accordo tra USA e Taiwan
In concreto, l’accordo firmato lo scorso 1° giugno mira a sviluppare il commercio tra Washington e Taipei armonizzando i controlli doganali, snellendo una serie di norme troppo stringenti e introducendo misure anticorruzione. Non sono aspetti secondari se pensiamo, ad esempio, che gli Stati Uniti sono il più importante partner e fornitore di armi di Taiwan.
Il nervosismo della Cina
Questa notizia non piacerà alla Cina e rappresenterà, probabilmente, un ulteriore pretesto di scontro con gli Stati Uniti. Le due superpotenze stanno vivendo un periodo di scarsa salute diplomatica, per usare un eufemismo. Il pallone spia rinvenuto nei cieli americani qualche mese fa è stato il pretesto empirico per veder scoperchiato un vaso di Pandora fatto di incomprensioni ed incapacità interpretativa dei bisogni della controparte. Una asimmetria che potrebbe costar cara.
Scintille tra Xi e Biden
Anche perché la notizia dell’accordo economico con Taiwan arriva nelle ore in cui America e Cina si trovano coinvolte nell’ennesimo incidente diplomatico. All’indomani del ritorno in America di Antony Blinken, Segretario di Stato americano, da un viaggio in Cina in cui ha avuto un bilaterale di Xi Jinping, arriva il duro commento di Joe Biden. Il Presidente degli Stati Uniti d’America – secondo quanto riportato da Reuters – avrebbe definito quale “Dittatore” il Presidente della Repubblica Popolare Cinese. Le sue parole:
Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando ho abbattuto quel pallone con dentro due vagoni pieni di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì. Questa è una di quelle cose che causano grande imbarazzo nei dittatori: non sapere che qualcosa è successo.
Pronta la reazione di Mao Ming, portavoce della diplomazia cinese, che ha detto:
Questa osservazione da parte degli Stati Uniti è davvero assurda, molto irresponsabile, non riflette la realtà, contravviene alle pratiche diplomatiche e mina seriamente la dignità politica della Cina. È apertamente una provocazione politica.
Le critiche da Mosca
Nel dibattito si inserisce anche la Russia, osservatore interessato. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, si è scagliato contro Joe Biden alimentando la tensione generale. Da Mosca, infatti, definiscono questo atteggiamento “paternalistico” degli Stati Uniti è diventato inaccettabile per un gran numero di Paesi. Le parole di Peskov:
Naturalmente, queste sono manifestazioni molto contraddittorie della politica estera americana, che ci raccontano di un grande elemento di imprevedibilità.
La collaborazione di fondo
Tutto questo quando i due paesi si sforzano, almeno in superficie, di compiere dei passi distensivi e di collaborazione. Ne è riprova il viaggio internazionale di Antony Blinken e la promessa, che il Sottosegretario di Stato americano ha preso con i vertici del Partito Comunista Cinese, di riproporne altri a stretto giro. Le intenzioni ci sono, quindi, ma si scontrano con motivazioni e gesti politici inevitabili ed in grado di sconquassare il piano. E l’approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti di un un accordo volto a rafforzare le relazioni economiche con Taiwan va proprio in questo senso.