Evan Ndicka è il nuovo centrale a disposizione di Mourinho. Il difensore, classe 99, ora è ufficialmente un giocatore della Roma. La società lo ha annunciato oggi. Ndicka ha un valore di mercato che supera i 30 milioni di euro, ma è arrivato in giallorosso a parametro zero, svincolato dall’Eintracht di Francoforte con cui non ha voluto rinnovare il contratto che appunto era in scadenza al termine di questa stagione. Con la Roma ha firmato un contratto di 5 anni, quindi fino al 2028. Dopo essere approdato a Trigoria, aver scattato le sue prime foto con la maglia giallorossa, ha parlato di questa nuova avventura che lo attende. Il difensore ha ottime prospettive, è un giovane di talento, un difensore che faceva gola a molti club ma alla fine ha deciso di firmare per la Roma. Ndicka, intervistato dai canali ufficiali della società, ha spiegato il perché della sua scelta. “Mi volevano in molti? Sì, è vero, ho ricevuto l’interesse di molte società europee. Ho discusso in modo molto approfondito del mio futuro con il mio entourage, così come con la dirigenza della Roma. Con il tempo i giallorossi mi hanno convinto della validità del progetto, delle mie prospettive, che mi sarebbe piaciuta la città e avrei lavorato con un grande allenatore”.
Mi volevano in molti? Sì, è vero, ho ricevuto l’interesse di molte società europee. Ho discusso in modo molto approfondito del mio futuro con il mio entourage, così come con la dirigenza della Roma. Con il tempo i giallorossi mi hanno convinto della validità del progetto, delle mie prospettive, che mi sarebbe piaciuta la città e avrei lavorato con un grande allenatore”.
Ndicka, “Mi hanno cercato in molti, ma ho scelto il progetto Roma e il suo allenatore”
E, come sta succedendo a molti giocatori che scelgono di approdare in giallorosso, la presenza del tecnico portoghese sulla panchina del club ha un ruolo decisivo sulla scelta. E anche in questo caso, lavorare con un allenatore come Mourinho è una cosa che intriga Ndicka. “Sono sicuro che all’inizio la squadra e l’allenatore mi aiuteranno a inserirmi – le parole del difensore – Io porterò la mia esperienza, nonostante sia ancora molto giovane, in tutte le competizioni, in campionato e in Europa”. Dopo aver saputo dell’interesse della Roma, il centrale si è informato su quanto fatto dai giallorossi in questi ultimi tempi, ha seguito naturalmente la finale di Europa League, ma nonostante l’abbiano persa Ndicka pensa che le cose possano solo migliorare, magari salendo anche di livello. “A livello sportivo la Roma viene da una finale di Europa League. Purtroppo non è andata bene, ma ha dimostrato di essere una grande squadra. Penso che possiamo fare meglio e lottare per un posto in Champions League”. Nonostante il suo ruolo, il calciatore con origini della Costa d’Avorio, ha anche una certa facilità ad andare in rete. Con il Francoforte ha segnato 12 gol in 183 partite e le sue intenzioni sono quelle di fare ancora meglio. “Assolutamente, ho cercato di perfezionare l’aspetto realizzativo e spero di fare altrettanto bene qui”.
Ndicka ora aspetta la prima all’Olimpico, “So che è sempre pieno e con un’atmosfera fantastica”
Poi risponde così alla domanda sulle differenze di caratteristiche tra il campionato tedesco e quello italiano. “Penso che le differenze saranno più sul piano culturale. Quindi fuori dal campo. In campo ci saranno le stesse esigenze, gli stessi piani partita. Penso che sarà diverso fuori dal campo. Ma in campo mi sentirò a mio agio come lo ero in Francia e in Germania”. E a proposito dell’ambiente che troverà fuori dal campo, ecco cosa si aspetta dai tifosi della Roma. “Sono molto curioso di vivere l’atmosfera dello stadio. Ho visto che è sempre pieno e che durante la partita c’è una bellissimo clima. È una città che ama il calcio e che vive di calcio. Sono contento di essere qui e spero di essere accolto bene”. Nonostante abbia solo 23 anni, Ndicka non è uno a cui piace molto farsi vedere sui social: “Sono molto riservato”, dice. E poi si racconta così: “Mi piace molto leggere, mi piace la storia e penso che mi sarei dedicato a quello. Mi piace anche molto l’architettura. Da piccolo ero un bambino molto disciplinato, sia a livello scolastico che sportivo. Ho iniziato a giocare a calcio a 5 anni. Con il tempo i miei genitori mi hanno insegnato il valore del rispetto dentro e fuori dal campo. Gli devo molto. Non gli sarò mai abbastanza riconoscente”.