Al via nel 2024 l’Assegno di inclusione, ma quattro famiglie che attualmente percepiscono il Reddito di cittadinanza su dieci perderanno il sussidio nel prossimo anno. È il dato che emerge dall’indagine dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che stima nel numero di 690.000 le famiglie (su circa 1,2 milioni) che alla fine del 2022 percepivano il Reddito di cittadinanza e che continueranno a prendere l’Assegno di inclusione anche nel 2024 per la presenza di soggetti svantaggiati tra i componenti del nucleo familiare. 

In tutto, le famiglie che dunque perderanno il Reddito di cittadinanza e rimarranno senza l’Assegno di inclusione dal 1° gennaio 2024 saranno 496.0000, pari al 41,83 per cento dei nuclei percettori del sostegno al reddito. Nel calcolo, l’Ufficio parlamentare di bilancio stima che una parte dei percettori del Reddito di cittadinanza perderà il sostegno per la mancata presenza tra i componenti di soggetti da tutelare; un altro 10 per cento e oltre dell’esclusione dal sussidio sarà dettato da ragioni di tipo economico. 

Assegno di inclusione quante famiglie perderanno il Reddito di cittadinanza nel 2024? Ecco le stime su chi rimarrà senza sostegno dal prossimo 1° gennaio 

Saranno di media quattro su dieci i nuclei familiari che a fine 2022 percepivano il Reddito di cittadinanza e che dal 1° gennaio 2024 non percepiranno l’Assegno di inclusione, rimanendo fuori dal perimetro dei sussidi. Una delle prime stime sulla reale perdita del sostegno è stata fatta dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che stabilisce che su 1,2 milioni di famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza a fine 2022, solo 690.000 continueranno a percepire l’Assegno di inclusione nel 2024. La restante parte della platea dei nuclei familiari, pari a 496.000 (il 41,83 per cento), rimarrà senza sussidio, pur provenendo dal Reddito di cittadinanza. Ciò significa che per un terzo delle famiglie percettrici del RdC non vi sono tra i componenti soggetti fragili da tutelare, mentre per il 12,1 per cento la perdita del sussidio è dettata da motivi di tipo economico. 

Secondo quanto prevede il decreto legge “Lavoro” (numero 48 del 1° maggio 2023), a partire dal 1° gennaio 2024 potranno percepire il nuovo Assegno di inclusione le famiglie al cui interno vi sia componenti “non occupabili”, o per ragioni di età (come per gli over 60 anni, gli anziani e i minori), o per condizioni personali (come, ad esempio, per i disabili). 

Sui numeri incide anche l’allargamento della misura dell’Assegno di inclusione circa l’abbassamento del requisito della residenza in Italia. In particolare, a seguito della procedura di infrazione della Commissione europea di febbraio scorso, il requisito della residenza in Italia è stato abbassato nel numero di anni da dieci a cinque. Ciò, secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, determina un incremento di 50.000 famiglie percettrici di Assegno di inclusione, per un totale di soggetti da tutelare di 148.000, compresi i figli minori. 

Reddito di cittadinanza, chi percepirà il nuovo Sussidio per la formazione e il lavoro dal 1° settembre 2023?

Nelle stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio non sono inclusi invece gli attuali percettori del Reddito di cittadinanza che saranno destinatari di un altro sostegno, il Supporto per la formazione e il lavoro a partire dal prossimo 1° settembre. L’indennità è prevista a favore delle persone che si trovino in situazione di occupabilità ma con difficoltà economiche che non ne consentano l’entrata o il rientro nel mondo del lavoro. La relazione tecnica che accompagna il decreto legge “Lavoro” (Dl 48 del 2023) stima una platea di beneficiari pari a 436.000 famiglie nel prossimo anno, per un periodo di durata della fruizione di un anno non rinnovabile, rispetto all’anno e mezzo di beneficio dell’Assegno di inclusione rinnovabile per un altro anno, previa sospensione di un mese. 

L’Ufficio parlamentare di bilancio stima inoltre una riduzione degli importi del nuovo Reddito di cittadinanza. Con l’Assegno di inclusione il governo dovrebbe risparmiare sulla misura l’equivalente di 2,5 miliardi di euro all’anno, considerando l’uscita tra i beneficiari di famiglie al cui interno non siano presenti componenti con disabilità, minori od over 60 anni. La riduzione di spesa derivante dall’uscita delle famiglie tra i fruitori dell’Assegno di inclusione per motivi economici è stimata in 216 milioni di euro. In totale, il governo stanzierà risorse per il nuovo Assegno di inclusione per 6,1 miliardi di euro, che andranno soprattutto alle famiglie del Mezzogiorno d’Italia che passeranno dal 43,6% al 44%, per un numero di famiglie che aumenterà dal 41,4% al 42,6%.