Non solo la scelta del cibo, ma anche l’orario in cui si assume può influire sulla glicemia e favorire o meno il diabete. Secondo i ricercatori, la colazione in particolare gioca un ruolo importante.

Vediamo tutti i dettagli nell’articolo.

L’orario in cui si mangia influisce sulla glicemia: il ruolo della colazione

È perfettamente normale che la glicemia aumenti dopo aver mangiato carboidrati. Se aumenta molto rapidamente e si verifica un “picco di zucchero nel sangue”, però, diminuisce altrettanto rapidamente.

Questo ci rende stanchi, svogliati e affamati di nuovo più velocemente. Per evitare tali picchi, dovresti evitare grandi quantità di zucchero, amidi e alimenti raffinati e altamente trasformati. Inoltre potresti mangiare ad orari che influiscano positivamente sulla glicemia.

Fai sempre colazione prima delle 8:30? Secondo uno studio condotto dalla Northwestern University di Chicago, in questo modo hai la possibilità di prevenire lo sviluppo del diabete metabolico, ovvero quello di tipo 2.

I ricercatori hanno scoperto che le persone che iniziano a mangiare prima delle 8:30 presentano livelli più bassi di zucchero nel sangue e una minore resistenza all’insulina, riducendo così il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Lo studio, presentato all’incontro annuale ENDO 2021 della Endocrine Society, ha rivelato che limitare l’assunzione di cibo a meno di 10 ore al giorno o distribuire l’assunzione di cibo in più di 13 ore al giorno hanno avuto effetti positivi sulla glicemia, evitando il suo innalzamento.

La tempistica dei pasti sembra avere un impatto significativo sulla prevenzione del diabete. Questi risultati forniscono una nuova prospettiva sulle strategie nutrizionali per affrontare questo problema medico crescente.

Anticipare l’orario della cena diminuisce la glicemia

I risultati di un trial clinico presentati al meeting dell’Endocrine Society mostrano che concentrare l’80% delle calorie nella prima parte della giornata, riduce il livello di glucosio nel sangue e accorcia il periodo di tempo in cui la glicemia è sopra la norma, riducendo di molto il rischio di diabete.

Basterebbe cenare nell’orario in cui generalmente si fa merenda per abbassare il livello di zucchero nel sangue. I risultati di un trial clinico presentati al meeting annuale della Endocrine Society (Chicago 15-18 giugno) propongono nuovamente il digiuno intermittente come strategia efficace per prevenire il diabete.

Concentrare i pasti nelle prime sei, otto ore del giorno riduce le fluttuazioni del glucosio e accorcia la finestra temporale in cui i valori sono superiori alla norma.

RICORDA: per il controllo della glicemia è più importante il “quando” del “cosa”, l’ora a cui si consuma l’ultimo pasto della giornata piuttosto del suo contenuto.

I ricercatori della New York University Langone Health e della NYU Grossman School of Medicine hanno voluto verificare questo con una sperimentazione ad hoc.

La sperimentazione ha coinvolto 10 pazienti con pre-diabete e obesità ed è durata 14 giorni. Tutti i partecipanti hanno seguito i due regimi alimentari passando dall’uno all’altro dopo 7 giorni: nella dieta “normale” il 50 per cento delle calorie veniva consumato dopo le 16, mentre nel regime “speciale” l’80 per cento delle calorie veniva consumato prima delle 13.

Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un test della glicemia il settimo giorno e il quattordicesimo.

Dall’analisi, è emerso che il digiuno intermittente procura una riduzione delle escursioni glicemiche, un parametro indicativo del controllo glicemico, e un accorciamento dell’intervallo di tempo in cui la glicemia è al di sopra della norma, rispetto al regime alimentare tradizionale.

La ricerca ha dimostrato che seguendo per una settimana soltanto questa strategia dietetica si riducono le fluttuazioni dei livelli di zucchero nel sangue e si riduce il periodo di tempo in cui il glucosio è al di sopra dei livelli normali.

Questo impedisce la progressione verso il diabete di tipo 2.