Nel podcast ufficiale della Formula 1, Giancarlo Fisichella rivela alcuni dettagli del suo rapporto con Fernando Alonso. I due furono protagonisti della Renault fra il 2005 e il 2006, accompagnandola per mano al risultato più alto mai raggiunto. L’asturiano, oggi nella scuderia dell’Aston Martin, si è laureato due volte campione del mondo di F1 proprio con la Renault.

Erano gli anni d’oro della sua carriera, quando Alonso riuscì a prevalere prima su Kimi Raikkonen e la McLaren e poi contro Schumacher e la Ferrari. Il ruolo del pilota romano nei successi del collega spagnolo fu universalmente riconosciuto come decisivo. In un’intervista a “Beyond The Grid”, l’attuale pilota Gran Turismo racconta alcune curiosità su quelle memorabili stagioni. A cominciare dagli elogi ad Alonso, “il compagno di squadra più forte e più difficile”.

Era forte in tutte le circostanze: con poco grip, con tanto grip, sotto la pioggia. In gara era costante, concentrato, sbagliava poco. Era bravo a comunicare con la squadra ed era anche un abile politico, ma questo fa parte del lavoro. Era veramente forte.

Fisichella e il suo rapporto con Alonso: “Giocavamo a carte prima delle gare”

Insomma, nonostante la presenza di Alonso nel garage in quel periodo fosse alquanto ingombrante, a detta di Fisichella i due non hanno mai avuto attriti. E poco importa se lo spagnolo sia stato di fatto il motivo per cui Fisichella non è mai riuscito davvero a giocarsi la conquista di un titolo iridato.

Nel team lui aveva una posizione di forza: Briatore era anche il suo manager, lo sponsor principale era Telefonica, che era un marchio spagnolo. Quindi lui era piuttosto forte nel team. Il team lo favoriva? No. Ma quando tu perdi la possibilità di giocarti il campionato devi lavorare per la squadra e per il tuo compagno.

‘Fisico’ conserva dei bei ricordi legati agli anni trascorsi al fianco di Alonso.

Insieme lavoravamo bene. Condividevamo le idee, i problemi della macchina. A volte giocavamo a carte insieme prima delle gare. Per il team era positivo che lavorassimo bene insieme e fossimo amici. In pista eravamo concentrati ed eravamo l’uno una spinta per l’altro. Ci stimolavamo a raggiungere il limite a vicenda.