Il ruolo dell’intelligenza artificiale è un tema che trova un discreto interesse tra gli italiani. Secondo una recente indagine il 64% è a favore del cambiamento che potrebbe portare. Maggiormente impreparati gli over 50 e i ceti più fragili assieme alle persone poco scolarizzate.
Gli italiani e l’intelligenza artificiale
La maggior parte degli italiani è pronta ad accogliere tutti i vantaggi ma anche le criticità dell’Ai. Il 64%, di cui la stragrande maggioranza tra i 18 e i 34 anni, si dice pronto al cambiamento introdotto dalle tecnologie abilitanti. A dirlo è una ricerca di Swg sull’argomento presentata al Forum “Oltre l’Ai. Le imprese e la sfida del web 3.0” promosso da Web3 Alliance. Ma non tutti sono pronti a cogliere questa sfida, soprattutto per quanto riguarda gli svantaggi e i pericoli che l’Ai potrebbe comportare.
Chi sono i più insicuri
L’Ai preoccupa gli over 50, i ceti fragili e le persone con un livello basso d’istruzione. Dalle interviste emerge che la maggior parte delle persone coinvolte conosce bene il tema dell’intelligenza artificiale ma non ancora bene alcuni aspetti più specifici come i Nft. Cresce anche il giudizio positivo a riguardo, tante le persone ancora critiche.
Affidare attività giornaliere all’Ai? Perché no…
Il 70% degli intervistati farebbe gestire all’intelligenza artificiale anche attività quotidiane. Un esempio è la temperatura di casa o addirittura gli elettrodomestici o ancora gli allarmi. Cosa spaventa invece? L’isolamento sociale, la paura di possibili dipendenze o in altri casi il furto di dati personali. Si tratta sicuramente di un argomento che in futuro potrebbe arrivare a coinvolgere tantissimi settori.