Mi perdonerà Milan Kundera, ma parafrasare il titolo del suo più celebre romanzo era l’operazione perfetta per descrivere la situazione italiana nel rapporto cittadino e fisco. Il governo mostra un certo coraggio, qualcuno direbbe inopportuna spregiudicatezza, nel trattare il tema con la Presidente Meloni che ha parlato di “pizzo di stato”, doppiata a poche settiamne di distanze dal Ministro della giustizia Nordio, che ha parlato di “imprenditori onesti che se si affidassero a una squadra di commercialisti per pagare fino all’ultimo centesimo di tasse, non dormirebbero comunque sonni tranquilli”.

Fisco, guai a chi lo tocca

L’insonstenibile leggerezza del fisco italiano, tutti se ne lamentano, dai commercianti, agli imprenditori, passando per i liberi professionisti e chi si vede sottratto dal lordo in busta paga la retribuzione del meritato lavoro. Affrontare la riforma del fisco per un governo è quasi più pericoloso che legiferare sulla giustizia. Lo stesso Draghi si smarcò con una tesi convincente: il fisco va riformato complessivamente disse il Presidente, inutile intervenire solo su alcuni aspetti. Una dichiarazione di questo tipo è manna dal cielo per il governo incarica che infatti procede a spot sul tema e per i governi futuri che avranno in super Mario la scusa per l’inerzia fiscale.

Il Prof. Lupi e l’evasione materiale di massa

Raffaello Lupi, docente di diritto tributario all’Università di Tor Vergata, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. Riguardo alle dichiarazioni del ministro Nordio sull’evasione fiscale, Lupi inquadra il discorso del Ministro della giustizia sostenenendo che “va bene per la Nestlé non per il pasticcere, perché la narrazione dei grandi evasori andava bene quando c’era l’elusione, le società interposte, il tentativo di pagare legalmente meno imposte possibili. Adesso l’elusione è stata sconfitta. Le verifiche sui grandi contribuenti si chiudono quasi sempre con poca roba.” Ora siamo curiosi di capire dove possiamo individuare il problema più grande. Il tributarista ci spiega che se vogliamo ragionare su una problematica seria dobbiamo guardare “all’evasione materiale di massa che arriva fino all’impresetta con 10-20 dipendenti, che hanno magari il contratto part-time, ma lavorano full-time e una parte dello stipendio lo prendono in nero. Anche se abbassi le aliquote gli fai il solletico a questi. Più o meno è una dinamica ineluttabile, perché dipende dalla struttura economica italiana. Il recupero da nero non c’è più, non c’è il controllo del territorio sul contrasto del nero. Noi spingiamo la gente ad essere piccola, la destra sta facendo questo con la flat tax”.