Giornata decisiva per il DL Lavoro fortemente voluto dal governo Meloni, approvato nei giorni scorsi in commissione Affari sociali del Senato, e oggi in discussione sempre a Palazzo Madama.

Salta la stabilizzazione delle badanti e lo smartworking nella P.a.

La sessione era prevista per questa mattina, del 21 giugno, la maggioranza è andata sotto nei primi voti per colpa di alcune assenze e la sessione ma è stata subito la sospesa.

L’interruzione è stata richiesta dal presidente della commissione Bilancio, Nicola Calandrini, per consentire alla commissione stessa di esaminare gli emendamenti presentati dalla relatrice al provvedimento.

Tra gli emendamenti al decreto era previsto infatti il riconoscimento dell’Assegno di inclusione, uno stanziamento di 20 milioni ai contratti di espansione per il 2026, la proroga del lavoro agile per i dipendenti della Pa fragili. Tutto però è stato rimandato al pomeriggio.

Ridimensionato il fondo per gli incidenti sul lavoro

Una delle operazioni che ha fatto reagire le opposizioni è certamente la notizia del taglio del 45% delle risorse sul fondo per gli infortuni sul lavoro. Il taglio è stato annunciato rispetto al 2022 ed è stato operato con un apposito decreto dalla ministra Calderone.

La stessa che due giorni fa invitava a “non banalizzare il tema della sicurezza sul lavoro”. La notizia riportata sui giornali ha reso pubblico l’intervento del governo aizzando la reazione delle opposizioni.

L’opposizione alza le barricate

Per le opposizioni il decreto voluto dalla maggioranza va contro i diritti degli stessi lavoratori. Barricate altissime da parte dei gruppi del M5S, dal capogruppo al Senato Orfeo Mazzella arriva la stoccata.

“Questo decreto è un insulto a tutti quei giovani che vengono quotidianamente umiliati con tirocini fittizi, contratti precari e paghe da fame, ma anche agli ultimi, ai fragili, a chi non ha voce. Non oso immaginare cosa accadrà dal 2024, quando entrerà in vigore quello che avete chiamato Assegno di inclusione, ma che in verità è un Assegno di esclusione: una misura categoriale e non più universale come richiesto dall’Europa”.

Per il senatore grillino la questione lavoro è totalmente disattesa da questo governo che sembra fare solo gli interessi degli imprenditori scaricando tutto il resto sulle spalle dei lavoratori dipendenti.

“Sempre questa maggioranza ha ignorato totalmente la nostra richiesta di prorogare fino a fine anno lo smart working per i lavoratori fragili, limitando l’intervento ai soli lavoratori privati ed escludendo quelli pubblici. Dinanzi ad un provvedimento che ignora totalmente i profondi cambiamenti del mercato del lavoro, forti dell’appoggio dei 20mila manifestanti che sabato scorso a Roma hanno gridato ‘no alla precarietà’, oggi in quest’Aula ribadiamo con forza la nostra contrarietà alla pericolosa deriva del Governo Meloni, di una Destra asociale che vuole convincere il popolo italiano che la povertà sia una colpa. Il M5S non lo consentirà”

Anche il PD attacca la maggioranza

Per il Partito Democratico la vicenda ha qualcosa di surreale che suggerisce un’incapacità del governo nel portare avanti le proprie idee. Così scrive su Twitter il responsabile economia del PD, Antonio Misiani.

“Maggioranza divisa e schiantata contro un muro anche in commissione bilancio Senato, dove non sono stati approvati i pareri sugli emendamenti al DL lavoro. Decisiva l’assenza dei senatori di Forza Italia. Aula bloccata. Dilettanti allo sbaraglio”

Stessa reazione anche più colorita del senatore PD filippo Sensi. Il senatore descrive in maniera sarcastica quella della maggioranza come una distrazione dovuta alla pausa pranzo.

“Maggioranza sotto in Commissione Bilancio. L’opposizione c’è. Il sole e la pausa pranzo hanno fatto il resto. E meno male che Meloni si era pure raccomandata”