Avrebbe dovuto trovarsi tra i banchi di scuola per la prima prova della maturità, Yahya Hkimi, il ragazzo di 18 anni annegato nel fiume Secchia, a Modena. Ieri, nel corso dei funerali con rito islamico tenutisi nella Moschea di via delle Suore, in tanti lo hanno salutato per l’ultima volta, con affetto e commozione. Tra i presenti, anche l’assessore ai servizi sociali, Roberta Pinelli, che per l’occasione ha assunto le veci del Sindaco, impegnato in altri eventi istituzionali.
In centinaia per l’ultimo saluto al ragazzo annegato nel fiume Secchia, a Modena
Lo aspettavamo all’esame di maturità, siamo sconvolti.
Con queste parole, nella giornata di ieri, i compagni di classe di Yahya Hkimi hanno voluto salutare il 18enne, trovato morto annegato nel fiume Secchia, a Modena, qualche giorno fa. Oggi, come i suoi coetanei, il ragazzo avrebbe dovuto affrontare la prima prova degli esami di Stato, quella di italiano, tra le più amate e temute di sempre, a seconda dei casi. Come tutti, ieri sera, avrebbe ascoltato, forse, la storica “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti. Stamattina, agitato ed emozionato, avrebbe preparato lo zaino, non dimenticando il vocabolario.
Invece non ce l’ha fatta. È stato inghiottito dalla corrente mentre si trovava in compagnia di un amico. Si era tuffato, per divertirsi, prima di essere trascinato via. Prima di essere ritrovato senza vita. Nel corso dei funerali, svoltisi con rito islamico nella Moschea di via delle Suore, a Modena, in centinaia hanno partecipato, ricordandolo e salutandolo con affetto. Non solo i suoi amici e conoscenti, che lo hanno descritto come un “giovane che amava la vita” e “sempre sorridente”, ma anche i suoi parenti, giunti per l’occasione dalla Francia, e i rappresentati delle istituzioni locali.
Voleva prendere il diploma e poi aiutare le persone in difficoltà, come gli anziani,
hanno dichiarato i familiari. Cinque anni fa si era iscritto all’istituto Socio-Commerciale-Artigianale Cattaneo-Deledda. Nel corso dell’alternanza scuola-lavoro si era impegnato sul campo in una struttura che offre servizi socio-assistenziali per le persone non autosufficienti, la Cra Ramazzini. Avrebbe voluto prendersi cura degli altri, insomma. Il padre, Moundir Hkimi, lo ha definito “un ragazzo d’oro”.
Il ricordo dei presenti alla cerimonia
La comunità si stringe alla famiglia di Yahya. Non potevamo non esserci: siamo molto colpiti. Era assolutamente indispensabile far sentire, anche solo con un gesto simbolico, la nostra presenza. Il sindaco non ha potuto ma l’amministrazione è qua, la comunità modenese vuole abbracciare la famiglia di Yahya,
ha fatto sapere l’assessore ai servizi sociali, Roberta Pinelli, presenziando alle esequie. Le ha fatto eco il rappresentante della comunità islamica locale, che ha dichiarato:
È stata una grande perdita: era cresciuto qua, era integrato e aveva anche tanti amici italiani. Un grande dolore.
Tutti lo hanno descritto come una persona solare, gentile e altruista, sempre pronta a farsi in quattro per gli altri.
Lui per noi è stata una bellissima esperienza. La sua è una famiglia meravigliosa e lui era un ragazzo meraviglioso. Se ancora oggi lo abbiamo in mente, c’è un perché. Persone come Yahya restano nel cuore per sempre,
hanno aggiunto le maestre della sua scuola d’infanzia. A riportare le loro parole è Il Resto del Carlino. Il suo corpo era stato trovato, in un’ansa del fiume, cinque giorni dopo l’inizio delle ricerche, a poca distanza dal luogo in cui – stando ai racconti dell’amico che era con lui – si era tuffato, mentre veniva ripreso con uno smartphone. Erano bastati pochi minuti a portarlo via, spezzando la sua giovane vita.
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