È morto a causa di un malore improvviso Vincenzo Lattuca, il 43enne di Favara, in provincia di Agrigento, di recente iscritto nel registro degli indagati per la scomparsa della sorella Gessica con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Con il suo decesso si apre ora una nuova inchiesta. L’obiettivo è accertarne le cause. L’ipotesi, per ora, è che l’uomo sia morto dopo aver assunto massicce dosi di droga. Ma sul suo corpo sarà comunque effettuata l’autopsia.

Morto Vincenzo Lattuca, il 43enne di Favara indagato per la scomparsa della sorella Gessica

Stando a quanto riportato da fonti locali, Lattuca sarebbe stato colto da un malore improvviso mentre si trovava a casa del padre, dove viveva, a Favara, in provincia di Agrigento, lo scorso martedì. L’ipotesi degli inquirenti che hanno ispezionato il cadavere è che possa essersi sentito male dopo aver assunto grandi quantitativi di droga. Ma, per fare luce sulle esatte cause del decesso, sul suo corpo sarà effettuata l’autopsia.

Lo ha deciso la Procura di Agrigento, che ha aperto un fascicolo di inchiesta per capire come sia morto. Da qualche settimana, l’uomo risultava infatti indagato per la scomparsa della sorella Gessica, avvenuta in circostanze misteriose nell’estate del 2018. La svolta era arrivata, dopo anni di indagini, in seguito al ritrovamento, da parte dei carabinieri del Ris, di alcune tracce ematiche appartenenti alla giovane nell’abitazione del 43enne.

La stessa dove, negli scorsi giorni, ha trovato la morte, nonostante il tentativo dei sanitari del 118 di rianimarlo.

Il presunto omicidio della 27enne

Ascoltato dagli inquirenti, l’uomo si era dichiarato innocente, sostenendo di essere estraneo alla sparizione della sorella, la 27enne, madre di quattro figli, di cui si sono perse le tracce il 12 agosto del 2018. Chi indaga sul caso è convinto, però, che in qualche modo c’entri. Perché, altimenti, ci sarebbe stato del sangue della giovane in casa sua?

L’ipotesi è che l’abbia uccisa al culmine di una lite provocata da un presunto stato di ubriachezza della donna, con problemi di alcol. Forse con il sostegno di uno o più complici, che l’avrebbero poi aiutato a disfarsi del cadavere, mai ritrovato. Supposizioni, almeno per il momento. Con il proseguire delle indagini, infatti, sarebbero stati disposti nuovi accertamenti, con l’obiettivo di fare luce sull’accaduto.

Prima di lui a finire nel mirino degli inquirenti era stato l’ex compagno di Gessica, un certo Filippo Russotto, padre di tre dei suoi quattro figli, poi ritenuto estraneo ai fatti. Si era anche pensato che la scomparsa della giovane potesse essere collegata, in qualche modo, al giro di prostituzione di cui, secondo alcuni testimoni, avrebbe fatto parte, gestito dal datore di lavoro di Russotto, Gaspare Volpe.

In particolare, l’ipotesi era che Gessica potesse essere rimasta coinvolta in dei ricatti hard. Una versione dei fatti smentita a gran voce dalla madre, che, in diretta tv, aveva dichiarato:

Mia figlia non faceva la prostituta […]. È possibile che qualcuno si sia approfittato, penso di sì, magari la vedevano un poco sballata di alcol.

La svolta era arrivata qualche settimana fa. Lattuca risultava anche imputato nell’ambito di una seconda inchiesta, denominata “Mosaico”, relativa alla gestione, sul territorio siciliano, di armi e droga. Un caso approdato in aula lo scorso maggio, per il quale, forse, sarebbe stato condannato.

Per questi motivi la sua morte appare, quantomeno, sospettosa. È il motivo per cui si indaga, cercando di rimettere insieme i pezzi di una vicenda che potrebbe essere più intricata di quanto non appaia in un primo momento.

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