Continuano le ricerche del sommergibile disperso nelle acque dell’Atlantico Settentrionale, mentre si dirigeva verso il Titanic. All’equipaggio sono rimaste meno di 40 ore di ossigeno. Proprio per questo motivo Stati Uniti Canada stanno accelerando gli sforzi per individuarlo. Lo ha dichiarato la Guardia costiera statunitense durante una conferenza stampa: il capitano Jamie Frederick ha inoltre sottolineato come l’operazione di ricerca sia estremamente complessa. Sono momenti di apprensione e preoccupazione.

Sommergibile disperso con i turisti del Titanic, diminuisce l’autonomia di ossigeno: ricerche senza sosta

Il sottomarino è sparito domenica 18 giugno, durante una spedizione per visitare il Titanic, che giace a 3800 metri di profondità a una distanza di circa 640 chilometri dall’isola canadese di Terranova. La nave poteva contare su un’autonomia di ossigeno di 96 ore per i cinque membri dell’equipaggio, che però ora si sta riducendo con il trascorrere inesorabile del tempo. Il capitano Frederick della Guardia Costiera americana ha parlato delle operazioni di ricerca, che stanno coprendo fino a 7.600 miglia quadrate (circa 20.000 chilometri quadrati), cioè un’area più grande dello stato del Connecticut.

A Boston è stato istituito un centro per coordinare l’intervento, che vede la partecipazione di Stati Uniti, del Canada e della società proprietaria del sottomarino, la OceanGate Expeditions, specializzata proprio in spedizioni sottomarine in acque profonde. Imponenti le risorse messe in campo: ad esempio un aereo da trasporto militare statunitense Lockheed C-130 Hercules, nonché un aereo canadese Boeing P-8 Poseidon in grado di rilevare oggetti sotto il mare.

Frederick ha inoltre spiegato che la Guardia Costiera ha iniziato a utilizzare un robot subacqueo, azionato a distanza, in modo da cercare di localizzare il sommergibile. La macchina è dotata di una telecamera che trasmette le immagini in tempo reale. Alle ricerche si sono unite navi private e sono in arrivo navi dalla Guardia costiera canadese. Ma sull’operazione pesa un’ulteriore incognita: infatti, anche se il sottomarino venisse trovato, potrebbe essere difficile portarlo in superficie. La maggior parte dei sommergibili può spingersi solo per qualche centinaio di chilometri nell’oceano.

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Le ipotesi

Non è chiaro cosa possa essere successo al Titan. Alistair Greig, esperto e docente all’ University College London, ha spiegato alla Bbc le possibili cause dell’accaduto. Potrebbe essersi verificata un’emergenza, durante la quale avrebbe provato a riemergere sganciando alcune parti. In questo caso potrebbe essere rimasto in superficie, nell’attesa di essere trovato. Un altro scenario, ben peggiore, è che lo scafo sia stato compromesso, per qualche motivo, e che quindi abbia subito delle perdite. Inoltre, se il sommergibile dovesse trovarsi a oltre 200 metri di profondità, seppur intatto, sarebbe comunque difficile recuperarlo.

Chi sono i membri dell’equipaggio del sommergibile disperso

Secondo i media britannici, nel sottomarino si trovano cinque persone. Ossia l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman; l’esploratore britannico Hamish Harding; l’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet e l’amministratore delegato della società OceanGate, Stockton Rush.