Dopo la sconfitta nella finale play-off contro il Lecco, Delio Rossi, allenatore del Foggia, intervenuto in conferenza stampa, ha annunciato le sue dimissioni: “Ho accettato con piacere di venire qui a Foggia, ho parlato con il presidente e gli ho detto che non sarei venuto qui per fare quattro partite, ma per un anno almeno. Ho pensato 24 ore su 24 al Foggia, dormendo tre ore a notte. Abbiamo lavorato e purtroppo abbiamo cullato un sogno che non è andata come immaginavo. Voglio ringraziare i miei ragazzi, un gruppo incredibile“.

Le parole di Delio Rossi sull’addio a Foggia

Prosegue l’ex Fiorentina e Lazio: “Non capisco perché il nostro sogno non è arrivato fino alla fine, mi tengo la mia idea solo per me, ho sempre raccontato la verità. L’anno prossimo non sarò più l’allenatore del Foggia solo per una mia scelta. Avrei fatto lo stesso anche se fossimo saliti in Serie B per non riesco ad essere razionale non posso vivere da recluso. Lascio perché sono troppo coinvolto. Sono e resto tifoso del Foggia

 Prosegue l’ormai ex allenatore rossonero: “Ho comunicato la mia decisione la sera stessa alla mia famiglia. Non era maturata dopo la sconfitta, ma già un mese fa. Io so come lavoro, non è il problema di gestire lo stress. Se rimanessi farei un danno al Foggia. Ripeto, sono troppo coinvolto nelle vicende. Foggia merita un allenatore più sereno. Sarò sempre qui, non scappo. Dovete capire che allenatori e giocatori sono di passaggio“.

Sul calore dei tifosi e i fatti successi al capitano della squadra: “Ho ritrovato la stessa piazza passionale, che fa vivere ciò che non si vive in categorie superiori. Purtroppo ho visto anche ciò che è andato oltre il tifo. Accetto la contestazione, sono sempre stato in piazza calde, Ma non accetto la violenza, non è corretto. È normale che sparino sull’auto di un giocatore? Assolutamente no, ma non ho visto tanta indignazione. Ho letto soltanto che sono stati 4-5 delinquenti“.

L’allenatore non esclude l’addio definitivo al mondo del calcio: “Noi come Foggia siamo visti brutti, sporchi e cattivi da chi ci osserva da fuori. Mi chiedo perché sono arrivati a farci tanto. Non ho gli elementi sufficienti sotto questo punto di vista. Dovete accettare la mia decisione. Non so se continuerò a fare l’allenatore, sicuramente non a Foggia“.

Infine, un’ultima dichiarazione sul percorso in Puglia: “Si chiude una porta, si apre un portone. Se mi volete bene, cercate di capirmi. La scelta di non allenare più il Foggia è una scelta ponderata, non una pausa di riflessione. Io come il marito che lascia la moglie perché la ama troppo? Facile dare giudizi dal di fuori, bisogna viverle dal di dentro. Per dare giudizi su qualcuno devi camminare per due giorni con i mocassini di quella persona. Non sono sereno, non è giusto per il Foggia che io non lo sia. Avrei preferito fare questo discorso di fronte a una promozione in Serie B, probabilmente non ci sarebbero stati tutti questi rimpianti”.