Ilaria Cucchi contro la modifica del reato di tortura. Ci risiamo per l’ennesima volta. Una delle leggi più “giovani“, visto che è nata nel 2017, ma è già messa in discussione. Se ne parla da un po’ e se ne torna a discutere in Parlamento dell’abolizione o “rivisitazione” (come ama ripetere la maggioranza ndr) del reato di tortura. È infatti in programma per questa settimana la discussione in Commissione Giustizia del Senato della legge a firma della senatrice del Movimento 5 Stelle Anna Bilotti, con relatore Manfredi Potenti, in quota Lega.

Un’occasione per riaprire il dibattito sulla proposta di un disegno di legge che modifichi gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale, quelli che per l’appunto fanno riferimento alla materia di tortura e di istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura. Nel frattempo, alla Camera si discute un altro disegno di legge, a firma di Imma Vietri di Fratelli d’Italia, con un’impostazione che, come promesso in campagna elettorale, punta direttamente all’abolizione del suddetto reato.

La discussione sul reato di tortura, che era stata programmata per il 20 giugno, per ottemperare alla commemorazione in aula per la morte dell’ex senatore Silvio Berlusconi è stata rimandata a data da destinarsi. Un ritardo fisiologico, che sposta solo di qualche ora il prevedibile scontro in commissione su un tema tanto divisivo come quello dell’abolizione del reato di tortura.

Stavolta, poi, la questione cade a pochi giorni di distanza dai gravi fatti di Verona, per cui sei agenti di polizia sono indagati a seguito di violenze nei confronti di detenuti. L’episodio è solo l’ultimo di una serie molto lunga di situazioni analoghe, che vanno dalla condanna della Corte di Strasburgo per quanto avvenne durante il G8 di Genova nel 2001, allo scandalo dell’inchiesta per il pestaggio all’interno carcere di Santa Maria allo scoppio della pandemia.

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Ilaria Cucchi in esclusiva: “Quello che è successo a Stefano non è servito a niente”

Raggiunta dai nostri microfoni, Ilaria Cucchi si è così espressa sull’atteggiamento del governo in merito a questo argomento: “Sembra siano ancora in campagna elettorale. Nel momento in cui esce la notizia degli agenti di Verona imputati proprio per tortura, il governo ricomincia a parlare alla pancia della gente.” E poi aggiunge: “Parlano di poche modifiche, ma io vi assicuro che stravolgeranno la legge. Dovranno passare però sul mio cadavere. Il reato di tortura non si tocca“. E poi chiede in maniera provocatoria: “Chi ha paura del reato di tortura?”.

Ilaria Cucchi analizza poi nel dettaglio la questione: “Il reato di tortura non tutela solo chi rischia di essere vittima di violenza. Tutela invece anche gli operatori di polizia.” Proprio a questo fine, continua la senatrice: “Il mio primo atto ufficiale in Senato è stata la richiesta di introduzione dei codici identificativi: uno strumento importante anche per gli operatori. Su questo mi sto confidando con i sindacati di polizia e colgo l’occasione per ringraziare il capo della polizia per la possibilità di confrontarmi con lui sul tema”.

In chiusura, la senatrice Cucchi si lascia infine andare a un ricordo personale: “Quando assisto a queste prese di posizione non posso non fare una riflessione: la morte di Stefano Cucchi – e quanto avvenuto dopo la sua morte nelle aule di giustizia – non è servita a niente.”