Netflix segnalato da Altroconsumo? Tutto vero e le ragioni stanno in una presunta pratica commerciale poco chiara che non metterebbe il cliente in condizione di scegliere in modo semplice e diretto la miglior tipologia di abbonamento per le sue caratteristiche. Nonostante diversi articoli sul tema, sembra ci sia una palese irregolarità. L’associazione per la tutela e difesa dei consumatori più diffusa in Italia e Euroconsumers hanno, infatti, ufficialmente chiesto l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per accertare la consistenza di questo passaggio tacciato di poca trasparenza sull’offerta commerciale dei piani tariffari del colosso dell’intrattenimento streaming. Vediamo nel dettaglio cosa si contesta.

Netflix segnalato da Altroconsumo, i fatti

La questione nasce, come sempre, dall’esigenza di salvaguardare il diritto del consumatore a compiere scelte consapevoli. Sembra che l’azienda statunitense non lo faccia quando si tratta di “esporre” i diversi pacchetti di abbonamento disponibili. Al momento tra le opzioni della piattaforma digitale che non prevedono la comparsa di pubblicità, l’abbonamento denominato “Basic” risulta essere quello più economico, perché ha un costo di 7,99 euro al mese. Il problema è che, secondo le organizzazioni di consumatori, l’impostazione della pagina di sottoscrizione di Netflix non sembra renderne facile la selezione. Ecco il passaggio testuale in cui si evidenzia il problema:

“Il sito di Netflix lascerebbe intendere che, se gli utenti vogliono evitare la presenza di contenuti pubblicitari, debbano sottoscrivere un abbonamento “Standard” da 12,99 euro al mese. Invece la cosa è valida anche col “Basic”.”

Il punto cruciale

Questa omissione informativa basta, secondo chi solleva il punto, a spingere i consumatori che cercano un abbonamento senza contenuti pubblicitari a sottoscrivere un’offerta più costosa di quella che sceglierebbero se fossero messi nelle condizioni di conoscere chiaramente tutti i differenti piani tariffari compreso quello “Basic”. Ora che Altroconsumo ed Euroconsumers hanno segnalato questa pratica commerciale, sta all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato valutare i possibili profili di scorrettezza dell’operazione. Il responso sarà interessante non solo per le tasche degli italiani che fruiscono delle serie tv e dei film della piattaforma ma anche alla luce delle recenti restrizioni che Netflix stessa ha imposto ai suoi abbonamenti.

La gestione familiare dell’account Netflix

La scelta del profilo di abbonamento sarà sempre più importante anche perché l’azienda a stelle e strisce ha deciso di chiudere le possibilità ai “furbetti” che dividevano account anche se appartenenti a nuclei familiari diversi e lo ha fatto con questo messaggio:

“Il tuo account Netflix è per te e per le persone che vivono con te, cioè il tuo nucleo familiare.”

Parole chiare (queste sì) che offrono solo due possibili soluzioni a chi già condivideva l’accesso:

  1. aggiungere un ulteriore abbonato pagando il supplemento
  2. trasferire il profilo di una persona esterna al nucleo familiare

Arriva quindi una nuova formula, già implementata in Canada e negli Stati Uniti dove le famiglie pagano quasi 8 dollari in più al mese per consentire a un ospite di utilizzare l’account. Se è giusto che si paghi il servizio nella sua interezza, però, l’azione di Altroconsumo rivendica il fatto che sia giusto anche che ogni utente sia a conoscenza di tutte le offerte che potrebbe sottoscrivere. Per un’interazione trasparente… da tutte e due le parti.