Il cambiamento climatico è un argomento molto attuale, tutti ne stanno parlando oggi ma è un problema che doveva essere già affrontato da un po’ di anni.
Per parlare degli effetti che sta causando sulle parassitosi nel mondo animale dobbiamo introdurre il concetto di “One Health” ossia un’unica salute tra ambiente, animale e uomo. Il fattore ambiente è quello che sta subendo modificazioni quali: l’aumento dei livelli di gas serra, l’aumento delle temperature, l’assenza di precipitazioni o viceversa eventi climatici estremi come quelli a cui stiamo
assistendo in questi giorni, lo scioglimento dei ghiacciai quindi l’aumento del livello del mare e il riscaldamento dei mari e degli oceani.
Tutti questi aspetti modificano le caratteristiche ambientali
e di conseguenza le altre due componenti, cioè, si ripercuotono sugli animali e sull’uomo.

I cambiamenti climatici: dati

Gli ultimi dati che sono stati pubblicati sul cambiamento climatico ci mostrano che l’innalzamento del livello del mare è di 10mm (2020);
si è registrato l’aumento della temperatura terrestre di 1,15°C nel 2022; la perdita di 30 metri di spessore del ghiaccio dal 1997 al 2021.
Le ultime previsioni degli esperti ci indicano che le temperature aumenteranno 0,5° C per decennio.

Tutto questo influisce sull’ambiente e di conseguenza sui cicli biologici delle parassitosi ricordiamo che alcune parassitosi degli animali sono zoonosi, cioè, si trasmettono all’uomo. Per ciclo biologico diretto si intende che l’animale rilascia l’elemento infettante in ambiente dove successivamente l’ospite definitivo si infesta di nuovo. Invece per ciclo biologico indiretto si intende che l’elemento infettante rilasciato in ambiente dall’animale ha bisogno di un ospite intermedio per infestare poi l’ospite definitivo. Quindi l’aumento dell’umidità causa un migliore tasso di sopravvivenza di uova, larve, cisti e oocisti rilasciate in ambiente; l’aumento della temperatura accelera lo sviluppo del parassita in ambiente, infine, l’aumento delle precipitazioni provoca una maggiore diffusione di uova, oocisti e cisti attraverso acqua contaminata e a causa dell’azione di dilavamento provocato dalle piogge intense si ha una diffusione degli elementi infettanti a grandi distanze.
La toxoplasmosi, per esempio, è una zoonosi provocata dall’infezione di un parassita Toxoplasma gondii che si trasmette all’uomo attraverso gli animali i felidi, il cibo, carne cruda di maiale e di pecora e vegetali contaminati da feci di gatto. In breve, la toxoplasmosi è pericolosa per le donne in gravidanza causa aborti o problemi di sviluppo mentale al feto. Fattori come maggiore sopravvivenza e infettività delle oocisti, crescente densità di popolazione di alcuni ospiti intermedi (roditori) sono provocati dall’aumento della temperatura.

Studio nei Paesi nordici

In uno studio del 2016 si nota che nei Paesi nordici, come Svezia e Finlandia, al diminuire delle temperature verso nord si ha anche una
minore prevalenza di casi di toxoplasmosi nelle donne incinte. Ciò indica che con l’innalzamento delle temperature si avrà una maggiore sopravvivenza in ambiente del parassita. I cambiamenti climatici non stanno favorendo solo la sopravvivenza del Toxoplasma gondii in ambiente ma anche di vettori come le zecche. Le babesiosi, infatti, sono malattie parassitarie sostenute da parassiti dei globuli rossi del genere Babesia, la cui trasmissione è assicurata da artropodi ematofagi rappresentati da zecche dure.
Negli ultimi anni si sono verificate alcune condizioni che hanno determinato l’aumento del rischio di esposizione a questo parassita, in particolare a causa dell’aumento delle temperature che provoca sia una crescente frequenza di deposizione delle uova sia periodi di incubazione più brevi. Le temperature più alte dello standard stagionale favoriscono anche un periodo di «diapausa» più
breve, cioè le zecche, in caso di mancato reperimento di ospiti o di condizioni ambientali non favorevoli, possono entrare in uno stato di quiescenza temporanea. questo periodo di quiescenza essendo più breve permette di trovare zecche anche a fine inverno.

Effetti indiretti

Invece gli effetti indiretti dei cambiamenti climatici dato dai fattori come: eventi climatici estremi, abbondanti piogge, aumento dell’umidità, temperatura causano uno spostamento degli animali in altre aree geografiche questo provoca la trasmissione di parassitosi tra diverse specie e/o a popolazioni vergini con conseguente aumento delle loro diffusioni. In breve, causa un avvicinamento di due popolazioni di specie diversa e che non si erano mai incontrati prima e con questo possono anche trasmettersi diverse parassitosi. Anche lo scioglimento del permafrost determinato dai fattori già detti potrebbe diventare una possibile fonte di nuove (o vecchie) zoonosi, patologie parassitarie e batteriche.

Damiano Mazzoni