Dai segnali ai fatti ed ecco che l’asse tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico di ricostituisce. La presenza di Elly Schlein, Segretaria del PD, alla manifestazione organizzata da Giuseppe Conte, ha fatto molto discutere ed ha finanche lasciato qualche strascico. Ma è, ad oggi, il primo grande messaggio politico che la nuova segreteria dem ha deciso di dare: sì alla ripresa del dialogo con il M5s. Ma parlavamo anche di fatti. È cosa nota, infatti, che le opposizioni siano unanimemente critiche, nei confronti del governo Meloni, per la gestione del PNRR e preoccupate per l’eventuale mancato adempimento a tutti gli obblighi. Dagli scranni d’opposizione del Parlamento, infatti, sono certi che questo ritardo potrebbe costar caro. Ma l’asse giallorosso, oltre a questo, fa un passettino oltre ed ecco che è pronto ad inoltrare, agli uffici competenti, una mozione parlamentare a doppia firma con la quale si impegna il governo ad adempiere agli obblighi sul PNRR con urgenza, al fine di:

Salvaguardare la credibilità e l’affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale, nonché la stabilità dei fondamentali economici e di finanza pubblica, all’attuazione di tutti gli impegni previsti dal Pnrr e concordati con le istituzioni europee.

Ritardo PNRR, PD ed M5S aumentano il pressing sul governo e chiedono coinvolgimento

Questione di timing, quindi, per quanto concerne il PNRR. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle ne sono sicuri e nel testo della mozione – riportato dall’AGI – viene chiamato in causa il governo affinché questo possa:

Garantire il conseguimento, entro il 30 giugno 2023, dei traguardi e degli obiettivi (27 interventi tra riforme e investimenti) necessari all’ottenimento, senza ritardi, dell’erogazione della quarta rata del Pnrr.

Da questo punto di vista i due partiti d’opposizione chiedono un maggior grado di coinvolgimento da parte dell’esecutivo non solo nella fase attuativa del piano ma anche dal punto di vista dell’accountability. Si chiede, in sostanza, che venga costantemente fornita una rendicontazione circa l’utilizzo delle risorse e dei risultati raggiunti. Dal punto di vista attuativo, invece, si chiede al governo di:

Garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche da apportare al Pnrr, comunque rimanendo nel solco tracciato dal Next generation EU e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, individuandole in maniera puntuale e dettagliata, fornendo un’informazione piena e tempestiva, mediante le relative schede progetto, sulle ragioni di tali cambiamenti e sugli effetti che questi determinerebbero sull’utilizzo delle risorse e sulla crescita complessiva del Paese.

No al PNRR per le armi

Fin qui, tutto normale. O meglio: nulla di diverso da quanto paventato da altre forze politiche dell’opposizione. L’avvicinamento Pd-M5s, infatti, è individuabile in un passaggio specifico del testo di mozione che verrà presto inoltrato e riguarda la possibilità di utilizzare parte delle risorse del PNRR per aumentare, in vista della fornitura che l’Italia ha garantito all’Ucraina, la dotazione di armi e munizioni. Una questione già sollevata da Elly Schlein e che vede l’ovvia convergenza di Giuseppe Conte che è, tra tutti i leader, quello più deciso ad interrompere questo ponte con l’Ucraina – impegnata nella guerra contro la Russia – per la fornitura d’armi. Al 10 punto della mozione, infatti, si chiede al governo di trasmettere alle Camere – entro non oltre il 30 giugno 2023 – le schede descrittive di revisione del PNRR e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU. Questo per consentire alle Commissioni parlamentari di presentare la relazione all’Assemblea per la deliberazione parlamentare di indirizzo. Quindi, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle chiedono al governo che venga confermata la volontà di:

escludere l’utilizzo delle risorse di pertinenza del Pnrr per la produzione di armi e munizioni in conseguenza degli aiuti forniti all’Ucraina.