La Rottamazione delle cartelle esattoriali offre solo vantaggi sia prima che dopo il 2023, inclusa la possibilità di accedere alla pensione anticipata. I contribuenti che hanno aderito alla Rottamazione delle cartelle esattoriali e hanno ricevuto lo Stralcio dei debiti mirano a ridurre i debiti esattoriali e a ottenere la pensione anticipata. Tuttavia, è importante essere consapevoli del fatto che lo stralcio delle cartelle annulla anche l’accumulo contributivo. Analizziamo insieme gli effetti della Rottamazione delle cartelle esattoriali sulla pensione anticipata.
Rottamazione cartelle esattoriali e pensione anticipata 2023
A salvare la posizione previdenziale di molti contribuenti un emendamento collegato al decreto Lavoro n. 48/2023. Questo emendamento prevede la sanatoria dei debiti esattori e introduce una norma utile per salvaguardare la pensione degli italiani. Attraverso questa disposizione, è possibile recuperare i contributi cancellati in automatico a causa dello Stralcio dei debiti esattoriali, avvenuto attraverso le misure agevolative precedenti alla Rottamazione quater 2023.
È importante tener presente che il debito previdenziale accumulano non è paragonabile ad altri debiti esattoriali. Se lo Stralcio dei debiti fino a 1.000 euro, riguardante altre tipologie di debiti, può alleviare il peso del debito per i contribuenti, la questione diventa più complessa e delicata quando si tratta di debiti riguardanti contribuzione previdenziale.
Sanando la propria posizione debitoria, è possibile evitare misure come il fermo amministrativo dei veicoli o il pignoramento. Tuttavia, quando si tratta di contributi previdenziali, la situazione può diventare più complessa in quanto si rischia di minare la pensione presente e futura.
I contributi previdenziali non pagati e successivamente cancellati attraverso provvedimenti sanatori disposti da regole normative nazionali possono cancellare l’accumulo contributivo utile ai fini previdenziale.
Cancellazione cartelle esattoriali e pensione anticipata: gli effetti
La cancellazione delle cartelle esattoriali oggetto delle misure agevolative promosse dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, ha messo in crisi diverse posizioni contributive previdenziali. In particolare, a rischiare la pensione sono i lavoratori autonomi, commercianti, artigiani e liberi professionisti iscritti alla gestione separata presso l’Ente nazionale della previdenza sociale. Tuttavia, la salvezza è arrivata dalla proposta in un emendamento correlata al decreto Lavoro. Si tratta della possibilità di recuperare parte della contribuzione previdenziale legata alle cartelle esattoriali cancellate nel periodo compreso dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
Questo provvedimento consentirà a tutti coloro che hanno perso l’accumulo contributivo con la cancellazione di sanare la propria posizione previdenziale garantendo l’accumulo contributivo perso. Una misura che permetterà di soddisfare i requisiti per la pensione e in alcuni casi di aumentarne l’importo.
Ecco come salvare la pensione anticipata dalla Rottamazione delle cartelle
L’emendamento correlato al decreto Lavoro permetterà di sanare diverse posizioni previdenziali. In sostanza, si tratta di pagare i debiti esattoriali cancellati per l’effetto delle precedenti misure agevolativi e di sanarli anche a rate.
Infatti, l’Ente nazionale della previdenza sociale dovrà consentire a tutti coloro che rientrano nelle ultime disposizioni normative di presentare la richiesta della regolarizzazione contributiva, permettendo il regolare accumulo del montante contributivo. Attualmente, l’INPS non ha istituito ancora la procedura operativa che permette di recuperare i contributi delle cartelle esattoriali cancellate. Molto probabilmente, nelle prossime settimane sarà disponibile un servizio dedicato a tale operazione, poiché il pagamento dovrebbe essere eseguito entro il 31 dicembre 2023.
In conclusione, a breve coloro a cui manca l’accumulo contributivo per l’effetto della cancellazione delle cartelle esattoriali, potranno sanare la posizione debitoria previdenziale, presentando la richiesta per la pensione o per l’aumento dell’assegno pensionistico. È possibile che venga introdotta un pagamento dilazionato, ampliando la platea degli aventi diritto.