Pensioni, indennità anticipata INPS: l’alternativa alla pensione di vecchiaia! Quando sia il lavoro che le alternative previdenziali scarseggiano, non restano che poche opzioni, tra cui l’indennità mensile fino a 1.500 euro garantita dallo Stato italiano. È importante chiarire da subito che questo sussidio non è riconosciuto a tutti i lavoratori. Analizziamo insieme le caratteriste principali dell’indennità garantita dallo Stato italiano.
Pensioni indennità anticipata INPS
Attualmente, mancano le idee chiare sulla riforma pensioni, poiché il dibattito tra governo e le parti sociali non è ancora iniziato. Non è stato trovato un accordo che tenga conto della trasformazione sociale ed economica dei cittadini.
Sono necessari cambiamenti complessi che non trovano una risposta nell’attuale sistema previdenziale del Paese, il quale è soffocato dal contenimento del debito pubblico e dall’evoluzione della quota di anziani nella popolazione.
Fortunatamente, esiste una risposta alle rigide regole imposte dalla legge Fornero: le deroghe.
Tuttavia, non stiamo parlando di modifiche strutturali, bensì della possibilità di ottenere un’uscita anticipata dal lavoro riservata alle categorie meritevoli di tutela.
È importante sottolineare che per la liquidazione dei trattamenti previdenziali, nella maggior parte dei casi viene applicato il sistema contributivo o il sistema misto.
Come funziona l’anticipo pensionistico?
L’indennità APE Sociale può essere richiesta dai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata. Inoltre, il beneficio economico può essere richiesto esclusivamente dai lavoratori che si trovano in una situazione specifica.
In breve, vengono descritte le condizioni previste dall’attuale normativa che determinano il rilascio dell’indennità anticipata a 63 anni con 30 anni di contributi:
- disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604;
- lavoratori caregiver, coloro che al momento della richiesta assistono il coniuge o familiare con handicap in situazione di gravità secondo le indicazioni normative previste dall’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. In ambito di parentela di primo e secondo grado affine da almeno sei mesi;
- i lavoratori a cui è stata certificata una ridotta capacità lavorativa, ovvero un’invalidità civile, superiore o uguale al 74%.
Quanto si prende con l’indennità anticipata?
L’INPS prevede l’accredito di un importo fino a 1.500 euro per 12 mensilità come indennità.
Tuttavia, con questa soluzione previdenziale si perdono diversi diritti, come la rivalutazione dell’assegno o l’integrazione al trattamento minimo.
L’indennità anticipata viene erogata fino al conseguimento della pensione di vecchiaia o di altro trattamento pensionistico anticipato.
Quando i lavoratori gravosi possono andare in pensione in anticipo?
I lavoratori gravosi possono presentare la richiesta di accesso all’anticipo pensionistico, se soddisfatti almeno 36 anni di anzianità contributiva.
È necessario rispettare alcune condizioni legate all’attività lavorativa. Nello specifico, è indispensabile che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci o almeno sei anni negli ultimi sette una delle professioni gravose previste dall’allegato 3 della legge 234/2021.
Gli operai edili che rientrano nei codici ISTAT individuati nel suddetto allegato ottengono l’anticipo pensionistico a 63 anni e 32 anni di contributi. Una condizione riservata anche per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.
Infine, le lavoratrici madri ottengono una decurtazione contributiva pari a 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
Come presentare la domanda per l’accesso all’indennità anticipata INPS nel 2023?
Coloro perfezionano i requisiti e le condizioni previsti dalla normativa entro il 31 dicembre 2023 possono presentare una domanda preliminare per il diritto alla pensione. Tale richiesta dovrà essere presentata entro il 15 luglio 2023 e non oltre il 30 novembre 2023.
Il lavoratore che soddisfa tutti i requisiti previsti dalla legge, nell’intervallo di tempo che intercorre fra l’accettazione della richiesta e l’esito della risposta, può presentare la domanda di accesso alla prestazione, per non rischiare di perdere ratei di trattamento.