Si apre un nuovo capitolo nella vicenda Qatargate: l’ex vicepresidente del Parlamento, Eva Kaili, europeo ha denunciato l’Ue per aver violato la sua immunità parlamentare durante le indagini. In particolare, Kaili se la prende con lo stesso Parlamento di cui lei stessa faceva parte. Secondo l’ex eurodeputata greca e i suoi legali, infatti, l’Unione avrebbe monitorata durante al sua partecipazione all’organo europeo.

I fatti risalgono a quando Kaili faceva parte della commissione Pega, incaricata di indagare sui software illegali che spiavano le attività dei funzionari europei e dei citaredi dell’Unione. Nello stesso periodo, Eva Kaili sarebbe stata osservata dai servizi segreti al fine di comprendere il giro di tangenti arrivate dal Qatar per influenzare la politica europea e migliorare la posizione del Paese agli occhi dell’Ue. Lo scandalo è oggi conosciuto come “Qatargate”.

Qatargate, Eva Kaili rilancia e accusa il Parlamento Ue di non aver rispettato la sua immunità

L’accusa che i legali di Eva Kaili muovono contro il Parlamento europeo non sono di poco conto. Secondo gli avvocati che hanno seguito il caso dell’ex vicepresidente dello stesso Parlamento, l’aria di Bruxelles sarebbe stata viziata da certi conflitti geopolitici di cui poi sarebbe caduta vittima anche la loro assistita.

La triste realtà sembra essere che a Bruxelles, capitale d’Europa, si siano installati i conflitti geopolitici del Golfo Persico, del Nord Africa, della Penisola Arabica, di cui oggi è vittima la signora Eva Kaili, domani i giudici e i pubblici ministeri, dopodomani chi?

Denunciano e ammoniscono i legali Michalis Dimitrakopoulos e Sven Mary. I due difensori hanno dunque deciso di aprire un ricorso interno alla commissione Legale del Parlamento europeo, per definire se e quando l’immunità parlamentare di Eva Kaili sia effettivamente stata violata durante l’indagine sul Qatar.

Cos’è il Qatargate?

Nel 2022 uno scandalo ha investito i piani più alti dell’Unione Europea: la polizia belga ha individuato un giro illegale di mazzette elargite da Qatar e Marocco al fine di influenzare in favore dei due Paesi arabi la politica europea.

A cadere sotto il mirino delle accuse erano stati grandi nomi dell’Unione. Oltre che per Eva Kaili, finita in carcere in detenzione preventiva il 9 dicembre e rilasciata il 25 maggio con condizioni, l’arresto era scattato anche per l’ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri  e per l’assistente Francesco Giorgi, compagno di Kaili.