Aveva rimproverato un 17enne perché stava gettando a terra dei gusci di arachidi, sporcando il vialetto di ingresso della sua concessionaria d’auto, Giovanni Sasso, il 43enne di Cellole, in provincia di Caserta, morto a causa delle lesioni riportate dopo essere stato spinto dal ragazzo, che l’aveva fatto cadere sull’asfalto. Era ricoverato da otto giorni presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove si è spento, nonostante il tentativo dei medici di salvarlo, all’alba di ieri, 18 giugno. Il giovane responsabile è accusato di omicidio. Nella giornata di oggi dovrebbe essere ascoltato dal pm.
Morto Giovanni Sasso, l’imprenditore di Cellole (Caserta) spinto da un 17enne
I fatti risalgono a venerdì 9 giugno. L’uomo, molto noto a Cellole per via della sua concessionaria d’auto, era stato ricoverato d’urgenza a Castel Volturno dopo aver battuto pesantemente la testa sull’asfalto, fino a perdere i sensi, a causa della spinta datagli da un giovane che poco prima aveva rimproverato. Si tratta di un 17enne della zona, studente al quarto anno di un istituto professionale.
Stando a quanto ricostruito finora, il giovane si trovava in compagnia di alcuni coetanei nei pressi dell’esercizio commerciale di Sasso, nella tranquilla località di mare in provincia di Caserta. Teresa, la compagna dell’imprenditore, avrebbe redarguito il giovane, chiedendogli di non gettare a terra i gusci delle arachidi che stava consumando, per non sporcare il vialetto d’ingresso della concessionaria.
Sasso, intanto, si trovava sul balcone di casa, che affaccia proprio sull’ingresso del locale. Una volta sceso per prendere le parti della donna – con cui aveva tre figli -, sarebbe stato subito preso a spintoni. Fin quando, secondo i testimoni, non sarebbe caduto, battendo la testa sul selciato e riportando una frattura della base cranica. Immediatamente soccorso, era stato ricoverato a Castel Volturno.
Dopo otto giorni di stenti, in cui ha lottato tra la vita e la morte, si è spento all’alba di domenica, 18 giugno.
Chi è il ragazzo accusato di omicidio
Il 17enne, indagato con l’accusa di lesioni gravissime, sarà ora incolpato di omicidio preterintenzionale o colposo, a seconda delle attenuanti che il pm deciderà di riconoscergli. Il suo caso è arrivato sul tavolo della Procura del Tribunale per i minorenni di Napoli.
Chi lo conosce parla di un ragazzo “tranquillo”, uno studente “normale”. Nulla, dicono i testimoni, avrebbe lasciato presagire un gesto così grave: quella a cui hanno assistito sembrava essere solo una banale discussione.
Oggi il ragazzo sarà ascoltato dal pm che si sta occupando della vicenda. L’obiettivo è capire cosa l’abbia spinto ad avere una reazione così esagerata nei confronti del 43enne.
È un giorno triste oggi per Cellole. Che peccato Giovà! Non doveva andare così! Giovanni Sasso non ce l’ha fatta, si è spento ed è volato via in cielo. Un ragazzo pieno di vita, con tanta voglia di vivere e realizzare. L’intera comunità ha pregato per lui. Ogni parola è superflua davanti ad una tragedia del genere, meglio meditare in silenzio, nel dolore e nel rispetto. Mi stringo al dolore delle famiglie, è difficile da comprendere, è impossibile da accettare,
ha scritto il sindaco, Guido Di Leone. Ma sono in tanti, sui social, a dedicare messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia della vittima per la dolorosa perdita. E a chiedersi come un ragazzo così giovane possa arrivare a tanto, forse solo per “difendere” la sua immagine di fronte ai suoi amici e a qualche ragazza.
Un tema che, negli scorsi giorni, è stato trattato di frequente, anche in relazione ai fatti di Roma, dove un bimbo di 5 anni è morto a causa di una “challenge” lanciata online da degli youtuber.