Giornata sulla consapevolezza degli abusi sugli anziani: fenomeno globale, subdolo e sottostimato. Si celebra il 15 giugno, nel frattempo nelle rsa e tra le mura domestiche i numeri aumentano e preoccupano. Ne abbiamo parlato con Eleonora Selvi, presidente della Fondazione Longevitas, su Radio Cusano Campus, a Società Anno Zero. “Le dinamiche interne alle famiglie sono in parte riconducibili alle storie dei singoli nuclei, in parte accomunate da comuni denominatori: la non autosufficienza è una di questi. Parliamo di abusi psicologici che si consumano ai danni di persone con una perdita di autonomia associata spesso a problemi di decadimento cognitivo. L’abuso nasce se il familiare è anche caregiver, condizione non riconosciuta, non supportata, che va facilmente in bornout. Il grande stress emotivo può portare ad atteggiamenti violenti nei confronti di una persona che, pur essendo importante, viene percepita come un ostacolo, un peso. Pertanto sarebbe importante un intervento di supporto alle famiglie per arginare il fenomeno“.

Giornata sulla consapevolezza degli abusi sugli anziani, numeri in aumento dopo la fine della pandemia

La pandemia ha reso gli anziani più fragili e aumentato l’isolamento che è un contesto dove la violenza matura. Secondo i dati pubblicati su alcune riviste scientifiche l’aumento è legato alla pandemia, con incrementi che arrivano al 237%. La maggior parte dei maltrattamenti avviene tra le mura domestiche, per mano dei caregiver, dei familiari – ha aggiunto Eleonora Selvi – quando si parla di violenza, non sempre si parla di aggressività fisica, ma anche di denutrizione, scarsa idratazione, scarsa igiene: attenzioni e cura che vengono meno. Anche questa è violenza. Molte persone mettono in atto simili comportamenti senza rendersi conto della gravità del gesto“.

Aumentare i controlli nelle rsa

Spesso accade che chi deve prendersi cura usa modi sbrigativi, tratta l’anziano come un bambino disattento, questa infantilizzazione ha un impatto negativo sulla salute psicofisica, ecco perché violenza non è soltanto maltrattamento fisico è anche mettere l’altro in una condizione non adeguata – ha fatto notare la presidente della fondazione Longevitas – nelle rsa, invece, i controlli devono essere costanti, a tappeto. Tanto più queste strutture sono chiuse tanto più è necessario esercitare un controllo costante. Bisogna avere la certezza che il personale che opera all’interno sia qualificato. Il sadismo che manifestano è una violenza legata al non essere messi nelle condizioni di poter lavorare adeguatamente, come trattare il paziente in maniera sbrigativa. C’è un tema di sovraffollamento, gli operatori debbono avere condizioni psicologiche adeguate“.

La violenza è sempre ingiustificabile

Capire le cause della violenza, che non può mai essere giustificata, vuol dire proporre soluzioni, parlare degli standard di qualità, garantire massima trasparenza – si è congedata l’esperta – l’auspicio è che le rsa si trasformino in strutture aperte al territorio e che diventino luoghi più sicuri“.