In base alle recenti analisi condotte dall’Unione Nazionale Consumatori, basate sui dati dell’ISTAT di maggio 2023, è emersa una classifica rivelatrice delle città italiane con i costi di vita più elevati. I risultati mostrano un aumento medio nazionale dei prezzi del 7,6%, con Liguria, Lombardia e Umbria come regioni più colpite dall’inflazione. In contrasto, Basilicata, Puglia e Molise sono le regioni con le minori variazioni di spesa annua per una famiglia media.

Città italiane più care: dove c’è il più alto costo della vita

Iniziamo dalla decima posizione, occupata da Bologna. Il capoluogo emiliano ha registrato un tasso di inflazione del 7,8%, con una spesa aggiuntiva annua per una famiglia media di 1.946 euro.

Segue Varese, al nono posto, con una variazione dell’7,4% e un aumento di 1.951 euro all’anno.

All’ottavo posto, troviamo Mantova, che ha visto un aumento del 7,7%, costando alle famiglie 1.955 euro in più all’anno.

Ravenna si posiziona al settimo posto, con una inflazione del 8,1% che corrisponde a un incremento di 1.957 euro all’anno per famiglia.

Sesta in classifica è Firenze, con un tasso di inflazione dell’8,4%.

Grosseto e Siena, entrambe in Toscana, condividono la quarta posizione, con un’inflazione rispettivamente dell’8,5% e dell’8,7% e un incremento di 1.961 euro all’anno per famiglia.

Sul terzo gradino del podio troviamo Bolzano, con un tasso di inflazione del 7,7% e un incremento annuale di spesa per famiglia di 2.046 euro.

Genova detiene il secondo posto come città più cara d’Italia, con un tasso di inflazione record del 9,5% e un aumento di spesa annuo di 2.071 euro.

Infine, Milano si conferma come la città con il più alto costo della vita in Italia, con un tasso di inflazione del 7,9% che corrisponde a un aumento annuo di spesa di 2.145 euro per famiglia.

Inflazione in Italia: famiglie italiane più povere?

Nonostante l’Istat abbia confermato per maggio un rallentamento dei prezzi al consumo, l’inflazione rimane un problema critico per le famiglie italiane. L’impatto dell’inflazione varia notevolmente tra le diverse regioni e città, rendendo la gestione dei bilanci domestici una sfida per molte famiglie.

Infatti, sebbene ci sia stato un rallentamento dell’inflazione a maggio (7,6%, tornando ai livelli di marzo dopo un picco ad aprile), le famiglie italiane continuano a lottare per far quadrare i conti. Secondo l’Unione nazionale consumatori, l’attuale tasso di inflazione ha portato ad un aumento medio della spesa annua per famiglia di 1.948 euro rispetto all’anno precedente. Questo incremento è particolarmente grave per le famiglie a basso reddito, che dedicano una percentuale maggiore del loro stipendio alla copertura dei bisogni primari, come cibo e alloggio.

Città italiane più care: UNC richiede intervento della politica

La situazione richiede un intervento politico mirato per attenuare gli effetti dell’inflazione e proteggere i cittadini più vulnerabili sotto l’aspetto economico. L’Unione Nazionale Consumatori sollecita il governo a prendere provvedimenti in tal senso, suggerendo politiche che favoriscano l’aumento dei salari minimi, l’implementazione di sovvenzioni per le famiglie a basso reddito, e la promozione di strategie anti-inflazionistiche a lungo termine.

Guardando avanti, infatti, l’incertezza riguardo alla durata e all’entità dell’inflazione persiste. Tuttavia, ciò che è chiaro è l’impatto significativo che l’inflazione sta avendo sulle famiglie italiane, soprattutto quelle che hanno più difficoltà ad arrivare fino alla fine del mese, rendendo la gestione dei bilanci domestici una sfida sempre più impegnativa.

La classifica delle città italiane più care dopo i dati Istat sull’inflazione (Maggio 2023)

Le città italiane con i rincari più bassi

La classifica delle città italiane con l’inflazione più alta a maggio 2023