“Si sono spenti i riflettori dei grandi mezzi di informazione, ma restano spenti anche i lampadari di molte abitazioni della Romagna alluvionata, semplicemente perché ancora la corrente elettrica non è stata ripristinata o le case sono ancora inagibili”. Un mese dopo la tragica notte tra il 16 e 17 maggio l’emergenza in Romagna non è finita e questa terra laboriosa sembra abbandonata.
La denuncia arriva da Marco Di Maio, ex parlamentare di Italia Viva, che sul quotidiano “Il Riformista”, racconta con prosa chiara e ricca di sentimento che nei centri abitati di Forlì, Faenza e nei comuni della provincia di Ravenna e dell’Appennino ancora ci sono centinaia di strade chiuse, molte a circolazione limitata e centri abitati quasi irraggiungibili. “Intere comunità – scrive – che rischiano di sparire e con esse un pezzo di storia di questa fetta di montagna a cavallo tra Romagna e Toscana”.
I cittadini di questa terra sono noti per laboriosità e spirito creativo ma “l’incertezza sull’arrivo degli indennizzi, la mancanza di risposte alle migliaia di famiglie che sono senza casa, i tanti scantinati ancora pieni di acqua e fango” creano tensioni, disagio e scoramento.
Un bando per aiutare studenti e disabili
In questo quadro difficile sono molte le iniziative del mondo delle associazioni e delle onlus a favore dei cittadini. Tra queste c’è il bando della Fondazione Grande Oriente d’Italia a sostegno di studenti e persone svantaggiate del territorio colpito dall’alluvione. Saranno assegnate venti borse di studio del valore di mille euro ciascuna per studenti di scuola superiore e università e venti contributi di mille euro ciascuno in favore di persone con disabilità le cui case sono state danneggiate. Sono gocce nel mare? Sì, ma anche gli oceani sono fatti di tante gocce.
Stefano Bisi
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