Lavoro e situazione dell’occupazione al primo trimestre del 2023, crescono i contratti a tempo determinato e indeterminato, mentre crollano le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co.). La fotografia riflette i dati del ministero del Lavoro relativi alle comunicazioni obbligatorie. E, l’informazione che maggiormente si evidenzia, è quella dei lavori atipici che hanno sempre meno appeal tra le imprese. I dati sono riferiti all’anno 2022, alla fine del periodo della pandemia. L’anno scorso, in ogni modo, hanno ripreso a correre tutte le tipologie di rapporti di lavoro. Doppia cifra di crescita dei contratti a tempo determinato, apprendistato e rapporti in somministrazione. A due cifre la crescita anche dei contratti a tempo indeterminato del 2022 rispetto al 2021. Ottimi i risultati ottenuti finora sul mercato del lavoro anche nel primo trimestre del 2023 rispetto ai primi tre mesi del 2022, ma non mancano i contratti in frenata.

Lavoro, contratti: quali sono quelli più frequenti tra tempo determinato, indeterminato e co.co.co.

Crescono i contratti di lavoro nel periodo post pandemia: dai dati del ministero del Lavoro sulle comunicazioni obbligatorie, il 2022 è stato in netta crescita rispetto al 2021, e il primo trimestre del 2023 è in aumento su varie tipologie di contratti rispetto allo stesso periodo del 2022. Perdono, invece, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.). Nel dettaglio, queste tipologie di contratti hanno raggiunto quota 360.891 nel 2022, il -1,1% in meno rispetto al 2021. Ma è l’ultimo dato disponibile, quello del primo trimestre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, che segna il passo dell’appeal delle imprese per queste formule di collaborazioni atipiche. Tra gennaio e marzo 2023, i contratti co.co.co. sono stati 102.091, il -6,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, pari a -6.848 rapporti di lavoro.

Il contratto di lavoro che va meglio nel 2023 è quello a tempo determinato. Nel primo trimestre dell’anno i contratti regolarizzati sono stati 2.095.674, pari a 66.488 (+3,3%) in più rispetto al 2022, anno nel quale erano stati raggiunti gli 8.562.477 contratti, il 9,6% in più rispetto al 2021. In crescita anche i contratti a tempo indeterminato: nei primi tre mesi dell’anno ne sono stati siglati 727.762, pari a 14..790 in più rispetto al primo trimestre del 2022, con una crescita del 2,1%. Nello scorso anno, i contratti a tempo indeterminato sono stati 1.885.556, pari a una variazione positiva del 12% rispetto al 2021.

Occupazione, in frenata il lavoro in somministrazione e apprendistato

In netta frenata, invece, i rapporti di somministrazione e i lavoratori in somministrazione. Per i primi, nel primo trimestre sono stati siglati 346.547 contratti, il 4% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-13.563 rapporti). La crescita del 2022 rispetto al 2021 è stata del +11,1%: in tutto l’anno, i rapporti in somministrazione sono stati 1.488.982. In decrescita anche i lavoratori in somministrazione: 222.138 nel primo trimestre di quest’anno, il -9,1% in meno rispetto al primo trimestre del 2022 (-21.767 lavoratori). Non vi sono dati dell’andamento del 2022 rispetto al 2021. In frenata anche l’apprendistato che ha fatto registrare 97.256 contratti tra gennaio e marzo 2023 (-751 contratti e -0,8% rispetto allo stesso periodo del 2022). Nello scorso anno, il totale dei contratti di apprendistato è stato di 413.542, pari al +11,2% rispetto al 2021.

Infine, sono in netta crescita gli altri contratti di lavoro indicati nella voce “Altro”, che comprende i contratti di formazione e lavoro per la Pubblica amministrazione, i contratti di inserimento lavorativo, i contratti di agenzia a tempo sia determinato che indeterminato, i contratti intermittenti e i lavori autonomi nello spettacolo. Tutta questa categoria è in crescita del 9,9% nel primo trimestre del 2023 (+27.484 contratti) rispetto al 2022, anno nel quale il totale dei contratti altro sono stati 1.350.564, il 21,6% in più rispetto al 2021.