Cosa sono i CTZ? I Certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ) sono dei titoli a medio termine, che a differenza delle altre tipologie di buoni non prevedono l’erogazione di una cedola che viene pagata in maniera costante con il passare del tempo in cui il risparmiatore detiene il titolo sul quale ha investito.

Perciò, la remunerazione che percepisce l’investitore sarà data esclusivamente dallo scarto di emissione, ovvero dalla differenza che c’è tra il valore nominale del buono ed il prezzo al quale viene effettivamente acquistato quest’ultimo

La loro durata è di 24 mesi dal momento dell’emissione, a meno che non venga effettuate delle riaperture che avvicinano la loro scadenza.

I Certificati del Tesoro Zero-Coupon vengono collocati sul mercato tramite il meccanismo dell’asta marginale (che andremo ad approfondire durante il corso di questo breve articolo), la quale è riservata esclusivamente agli operatori abilitati, secondo quanto previsto all’interno delle disposizioni che sono contenute nel decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998.

Senza indugiare ulteriormente, dunque, andiamo a vedere qui di seguito che cosa sono i CTZ ed, in particolare, quali sono i suoi vantaggi, quali sono le sue principali caratteristiche e come funziona l’asta per la collocazione degli stessi.

Cosa sono i CTZ? Ecco quali sono le sue principali caratteristiche

Ecco qui di seguito, in estrema sintesi, quelle che sono le principali caratteristiche dei Certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ):

  • valuta – euro;
  • scadenza – 24 mesi (2 anni);
  • remunerazione – scarto di emissione;
  • meccanismo d’asta – asta marginale, nella quale il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) determina in maniera discrezionale il prezzo totale di aggiudicazione e la quantità di titoli emessa;
  • periodicità aste – una volta al mese, in concomitanza con il collocamento dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’Euribor 6 mesi (BTP€i);
  • data di regolamento – 2 giorni lavorativi, si per quanto riguarda il mercato primario che per quanto riguarda il mercato secondario;
  • convenzioni di mercato – giorni effettivi/365 per il calcolo del rendimento;
  • modalità di rimborso – alla pari, in un’unica soluzione al momento della scadenza del titolo;
  • taglio minimo – 1.000 euro e suoi multipli.

Per quanto riguarda i suoi vantaggi, invece:

“Grazie alla caratteristica di essere titoli zero-coupon, i CTZ presentano indubbi vantaggi in termini di gestione poiché l’esborso finanziario richiesto per questo tipo di investimento risulta essere inferiore al valore nominale di rimborso ed inoltre non esiste l’esigenza di reinvestire i flussi percepiti periodicamente a titolo di interessi.”

Come funziona l’asta?

I CTZ vengono collocati attraverso il meccanismo dell’asta marginale, nella quale il prezzo totale di aggiudicazione ed il numero dei titoli che devono essere emessi vengono determinati in maniera discrezionale da parte del Dipartimento del Tesoro del MEF.

Per quanto riguarda il funzionamento dell’asta, nello specifico:

“È previsto un meccanismo di esclusione delle domande speculative. Tale meccanismo è indicato dettagliatamente in ciascun decreto d’emissione. Lo stesso decreto stabilisce i termini del collocamento supplementare, riservato agli specialisti in titoli di stato, tecnicamente configurato come una tranche successiva. La percentuale riservata agli Specialisti è pari al 30% dell’importo assegnato nell’asta ordinaria per la prima tranche e del 15% per le tranche successive. Possono accedere a tale collocamento supplementare solo gli specialisti che abbiano partecipato all’asta appena conclusa.

L’importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore a 500 mila Euro.

Ognuna delle cinque richieste che il singolo intermediario può effettuare deve indicare il nominale da sottoscrivere ed il relativo prezzo, con una differenza di almeno un millesimo di Euro fra le cinque offerte.”

In merito alle commissioni che devono essere versate nel momento in cui si acquista un Certificato del Tesoro Zero-Coupon, le banche e gli intermediari finanziari abilitati richiedono una commissione per il collocamento pari allo 0,15% del capitale sottoscritto.