Una storia incredibile quella che arriva dal Bangladesh dove un 73enne accusato di diversi omicidi si è messo a lavorare come boia. Shahjahan era in carcere da 31 anni.
Detenuto fa il boia in Bangladesh e ottiene lo sconto della pena
Cambiare le vittime per una riduzione della pena, non più innocenti ma persone colpevoli di reati molto gravi. Questa è l’opportunità data a Mohammad Shahjahan, 73enne, che ha fatto da boia in Bangladesh e per ogni esecuzione ha ottenuto due mesi di riduzione della pena. Di recente l’uomo è stato liberato dal carcere di Dacca dopo più di 31 anni, Shahjahan era incarcerato da maggio 1991 e ha raccontato che il ruolo ingrato di boia non gli è mai pesato dal momento dell’assegnazione, il discorso fatto ai giornalisti si riassume in poco: se non fosse stato lui a rivestire il ruolo di boia ci avrebbe pensato qualcun altro.
Le persone giustiziate
Tante le persone che Shahjahan ha impiccato. Tra questi si contano sei tra i condannati per l’assassinio di Mujibur Rahman, considerato padre della nazione. La pena di morte è ancora in vigore in Bangladesh ed è prevista all’art 32 della Costituzione che stabilisce:
“Nessuno può essere privato della vita, salvo in casi previsti dalla legge”
Sono diversi i reati per i quali si può essere condannati a morte:
- omicidio
- sedizione
- reati legati a possesso e traffico di droga
- tradimento
- spionaggio
- reati militari