C’è un incredibile svolta nel cold case di Sargonia Dankha, la 21enne di origini irachene scomparsa in Svezia nel novembre del 1995 e mai ritrovata. Stando alle ultime notizie, la Procura di Imperia avrebbe infatti disposto l’arresto di un 70enne italiano. L’uomo, ex fidanzato della giovane, è accusato di averla uccisa e fatta a pezzi, nascondendone il cadavere. Il suo fermo è arrivato dopo 28 anni dai fatti.
Risolto il cold case di Sargonia Dankha in Svezia: arrestato un 70enne italiano
Dopo 28 anni di ricerche e di indagini, è arrivato finalmente ad una svolta il caso di Sargonia Dankha, la ragazza irachena naturalizzata svedese scomparsa negli anni Novanta e mai ritrovata. Nata il 2 dicembre del 1974, fu avvistata per l’ultima volta a Linköping, una cittadina della Svezia meridionale, il 13 novembre 1995. Erano stati i genitori a denunciarne la sparizione, chiedendo alle autorità locali che si mettessero sulle sue tracce.
Le indagini si erano fin da subito concentrate sull’uomo con cui la giovane aveva una relazione: un cittadino italiano che in Svezia lavorava nella ristorazione. Nella sua auto, una Ford Escort rossa, furono trovate tracce di sangue e di capelli appartenenti alla ragazza scomparsa. Se ne dedusse che fosse stata uccisa. L’ipotesi più accreditata fu che l’uomo le avesse tolto la vita nel corso del loro ultimo appuntamento (una sorta di femminicidio “ante litteram”, come lo ha definito il Corriere della Sera), smembrandone il corpo e gettandolo in una discarica.
S.A., queste le iniziali del suo nome, fu arrestato, ma poco dopo venne rilasciato perché, secondo quanto previsto dalla giurisprudenza svedese, nessuno può essere condannato per omicidio in assenza del cadavere. Una volta uscito dal carcere, l’uomo tornò quindi in Italia, costruendosi una nuova vita. Una vita ora interrotta dal suo arresto, disposto dalla Procura di Imperia che, dopo una denuncia presentata dalla famiglia della vittima, era tornata ad indagare sul caso, attraverso il pm Alberto Lari e i sostituti procuratori Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi.
Stando a quanto riporta il Corriere, l’uomo, oggi 70enne, avrebbe ucciso la giovane per motivi passionali,
in un contesto di gelosia, dopo la fine di una relazione sentimentale.
Vicino alla risoluzione anche il caso di Sibora Gagani
Sembrerebbe essere vicino ad una risoluzione anche il cold case di Sibora Gagani, la 22enne di origini italo-albanesi scomparsa nel nulla nel 2014. L’ex fidanzato, Marco Gaio Romeo, oggi 45enne, in carcere con l’accusa di aver ucciso a coltellate la compagna da cui aveva avuto un figlio, avrebbe infatti confessato, informalmente, anche l’omicidio della sua precedente ragazza, avvenuto in Spagna poco prima della denuncia di sparizione presentata dai suoi genitori.
Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo, reo confesso, l’avrebbe aggredita all’interno dell’appartamento che i due condividevano, a Torremolinos, vicino Malaga. Una volta uccisa, ne avrebbe nascosto il corpo – parzialmente sciolto nell’acido – in una cassa di legno inserita dietro a un’intercapedine della casa. Le autorità spagnole lo avrebbero trovato, dopo anni dai fatti, grazie all’utilizzo di un macchinario a raggi X.
Mi chiamò lui, il 7 luglio del 2014, per chiedermi se Sibora fosse tornata da me in Italia. Risposi di no e lui mi disse che avevano litigato ed era andata via di casa da due giorni. Io subito pensai al peggio, gli chiesi più volte se per caso fosse successo qualcosa, anche per sbaglio, magari era caduta e aveva sbattuto la testa. Lui disse di no,
ha dichiarato negli scorsi giorni la mamma, Betta, a Fanpage. Fin dall’inizio aveva sospettato dell’uomo. Oggi, dopo aver scoperto ciò che ha fatto alla figlia, ha dichiarato che è “un serial killer” e che potrebbe aver fatto del male anche ad altre donne.
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