Ha scatenato le polemiche, nelle scorse ore, il video che ritrae Matteo Di Pietro e suo padre a bordo di una Ferrari, senza cintura, appena 7 mesi prima del tragico incidente che il 14 giugno ha strappato alla vita il piccolo Manuel, di 5 anni. Dal filmato, realizzato per il canale Youtube The Borderline, di cui Di Pietro è co-fondatore, si vedono i due sfrecciare ad altà velocità per le vie della Capitale. Un presagio, forse, di quello che sarebbe accaduto diverso tempo dopo e che avrebbe portato il 20enne ad essere iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale e lesioni.
Il video di Matteo Di Pietro in Ferrari con il padre senza cintura a Roma
Una Ferrari Portofino bianca con gli interni rossi, Matteo Di Pietro e il padre, Paolo, che percorrono ad alta velocità (pur rimarcando di star rispettando i limiti) per le vie di Roma, il più grande senza cintura. Sono gli ingredienti del video pubblicato dalla crew The Borderline appena 7 mesi prima del tragico incidente che, lo scorso 14 giugno, a Casal Palocco, ha provocato la morte di un bimbo di 5 anni, Manuel, deceduto all’ospedale Grassi di Ostia dopo essere stato ricoverato in codice rosso per le lesioni riportate.
Il piccolo si trovava a bordo della Smart guidata dalla madre insieme alla sorellina di 4 anni, quando, tra via Archelao di Mileto e via di Macchia Saponara, l’auto era stata travolta dal suv Lamborghini guidato da Di Pietro – su cui viaggiavano altri tre ragazzi e una ragazza -, venendo trascinata per centinaia di metri. Un’auto di grossa cilindrata presa a noleggio dai giovani, come la Ferrari del precedente video, con lo scopo di fare views su Youtube e aumentare i propri iscritti. Che i loro genitori li sostenessero in queste “challenge”, come stare alla guida per 50 ore filate, sbalordisce molti.
Tale padre, tale figlio,
c’è chi scrive sui social, prendendosela con il genitore, dipendente del Quirinale, per i valori, apparentemente superficiali, trasmessi al ragazzo.
Il precedente di Paolo Di Pietro
Il figlio, indagato per omicidio stradale e lesioni, non è il primo di famiglia ad aver avuto dei problemi con la giustizia. Secondo Repubblica, lo stesso Di Pietro sarebbe infatti stato accusato, in passato, di sottrazione indebita, quando era Cassiere per la presidenza della Repubblica e dalla Tenuta di Castelporziano, la residenza estiva del Presidente della Repubblica, erano spariti circa 4 milioni di euro. Nel mirino era finito un gruppetto di cui faceva parte anche lui, che alla fine era stato chiamato a pagare un risarcimento di 400mila euro dalla Corte dei Conti, che aveva poi annullato la decisione per “cavilli legali”.
Effettuata l’autopsia sul corpo della vittima
Mentre gli inquirenti passano al setaccio i telefoni cellulari dei giovani coinvolti nell’incidente (ipotizzando di poter indagare coloro che non erano alla guida “in concorso”), presso il policlino Tor Vergata è stato intanto effettuata l’autopsia sul corpo del piccolo Manuel. Una volta resi noti i risultati, verrà dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia e si procederà con le esequie.
L’obiettivo degli inquirenti è accertare, acquisendo quanto più dati possibili, l’esatta dinamica del sinistro. Finora i pareri sono discordanti. Gli youtuber coinvolti sostengono che sia stata la Smart ad effettuare una manovra azzardata.
È giusto fare chiarezza su alcuni punti. Il primo tra tutti, immortalato nelle foto dell’incidente, è che la guidatrice della Smart viaggiava nella corsia opposta a quella su cui marciava la Lamborghini e che a lei sarebbe spettato dare la precedenza,
ha dichiarato l’avvocato Francesco Consalvi, che assiste Di Pietro Junior. Secondo i testimoni, invece, la colpa sarebbe da attribuire alla Lamborghini, arrivata ad altissima velocità in un tratto di strada in cui il limite è di 30.