Il leader di Italia Viva Matteo Renzi parla della riforma della giustizia, giudicandola, nel complesso, positiva. Intervistato dal giornale Il Messaggero, l’ex Presidente del Consiglio precisa però che il suo partito la giudicherà una volta arrivata in Parlamento, quando avrà sotto agli occhi i testi completi. Poi ne commenta i diversi punti salienti, dall’abuso d’ufficio fino alle intercettazioni.
Riforma giustizia, Renzi: “Il nostro voto sarà positivo su molti aspetti”
Renzi interviene dunque su quello che è uno dei temi principali di questi giorni: quello della riforma della giustizia proposta dal titolare di via Arenula. Le ultime decisioni e dichiarazioni del ministro della giustizia Carlo Nordio stanno dividendo il mondo della politica (e non solo).
Da una parte si sono già scatenate tante critiche e polemiche, mentre dall’altra ci sono altrettante persone a favore di tale riforma. Il numero uno di Italia Viva è proprio tra questi. O almeno questo è quello che emerge per il momento. Ai microfoni de Il Messaggero infatti afferma:
Giudicheremo quando saremo in Parlamento e vedremo da vicino tutti i testi. Per adesso da quello che si legge possiamo dire che è un passo nella direzione giusta. Ancora timido per noi, ma un passo in avanti.
Il parere di Italia Viva dunque, salvo improvvisi cambiamenti, dovrebbe essere non negativo. Matteo Renzi spera inoltre che lo stesso ragionamento sarà compiuto dalla maggioranza, anche se in modo diverso. Queste le sue dichiarazioni:
Aspettiamo di leggere i testi ma per quello che si capisce il nostro voto sarà positivo su molti aspetti. Mi auguro che la maggioranza colga la possibilità di accettare alcuni dei nostri emendamenti: sarebbe un gesto di rispetto e di intelligenza politica. La cosa più logica sarebbe scrivere insieme le riforme costituzionali.
Abuso d’ufficio, Renzi d’accordo con Nordio
L’ex premier ed ex sindaco di Firenze, capoluogo della Toscana, affronta poi uno dei punti più spinosi della riforma della giustizia. Stiamo parlando dell’abuso d’ufficio. Secondo il politico, la norma potrebbe essere cancellata senza problemi. Motivo per cui, come annuncia a Il Messaggero, egli si trova d’accordo con il ministro della giustizia Carlo Nordio.
L’abuso di ufficio è una norma che può essere tranquillamente cancellata. Io voterò a favore della proposta Nordio. Penso tuttavia che il problema principale degli amministratori sia l’eccesso di burocrazia, non solo l’abuso d’ufficio. Ma per questo non serve il codice penale. Quello che serve anzi è una sana riorganizzazione della pubblica amministrazione.
Dunque, secondo Matteo Renzi, il vero nocciolo della questione è l’eccesso della burocrazia.
Gli altri punti della riforma: il parere di Matteo Renzi
Il numero uno di Italia Viva tocca poi gli altri elementi contenuti all’interno della riforma della giustizia proposti dal responsabile di via Arenula. In primo luogo, riguardo al traffico di influenze, afferma:
Rischiamo il colpo di spugna? Direi di no. Si rischia piuttosto il colpo di testa a definire un reato che non ha senso senza la esplicita previsione normativa di che cosa siano le lobby. Quando la Severino introdusse il traffico di influenze spiegò che andava accompagnato a una modifica di legge sulle lobby. In assenza di questa previsione il traffico di influenze vuol dire tutto o niente, è un reato talmente indeterminato da non sembrare reale.
Non manca poi un commento dell’ex Presidente del Consiglio a proposito del tema delle intercettazioni. Secondo il politico, queste influenzerebbero la visibilità di qualche procura piuttosto che le indagini. Intervisto da Il Messaggero, commenta:
I limiti alla pubblicazione separano le carriere, non le carriere dei magistrati ma le carriere di alcuni giornalisti da quelle di alcuni magistrati. Le indagini non ne risentono, al massimo ne risente la visibilità di qualche procura.
Poi prosegue con una riflessione più personale:
Per quanto riguarda noi de “Il Riformista” siamo da sempre molto prudenti sulle intercettazioni e garantisti fin nel midollo. Pensi che ho scelto di non parlare proprio di vicende su cui avrei ben potuto speculare politicamente. Noi su Massimo D’Alema e la sua indagine sulle armi non abbiamo scritto una riga dando credo una lezione di stile a chi ha costruito intere campagne contro di me e di noi.
Infine, secondo il leader di Italia Viva, per compiere una vera e propria riforma della giustizia ci sono ancora tanti passi da fare. La cosa importante è che però chi sbaglia, deve pagare. Ognuno dunque deve assumersi le responsabilità di ciò che fa, nel bene e nel male.
Servono ancora tante cose, ma la principale è sancire la responsabilità di chi sbaglia. Vale per tutti noi, in ciascun aspetto della nostra vita: bisogna far pagare chi sbaglia. In queste ore a Firenze stiamo cercando una bambina di cinque anni.
Perché la procura non ha sequestrato nei mesi scorsi l’immobile abusivamente occupato nonostante le richieste ufficiali e ufficiosi in questo senso? Chi paga per questo errore? E ancora, 40 anni dopo Enzo Tortora, possibile che ci sia qualche Pm che fa carriera anche dopo aver presto cantonate storiche?