E’ un vulcano in piena Pantaleo Corvino che si lascia andare ad un duro sfogo contro il sistema calcio italiano e gli operatori del giornalismo dopo la vittoria del campionato Primavera da parte del Lecce. Nella squadra allenatata da Federico Coppitelli infatti sono scesi in campo solo stranieri nella finale vinta per 1-0 ai supplementari contro la Fiorentina al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Già al triplice fischio sono cominciati gli interrogativi sul futuro della nazionale azzurra se già nelle giovanili vengono preferiti calciatori stranieri. Una questione che ha portato allo sfogo di Pantaleo Corvino che ha voluto chiarire la strategia del Lecce e i problemi che un dirigente incontra nel trattare i giocatori.

Undici stranieri campioni d’Italia

Nessun favore del pronostico, la Primavera del Lecce ha cominciato un nuovo corso con Federico Coppitelli in panchina fino a raggiungere il sogno scudetto. Una squadra allestita fra mille vincoli economici e con difficoltà ma che rispecchia la strategia del Presidente Sticchi Damiani che ha voluto affidarsi appositamente a Pantaleo Corvino. Proprio il dirigente ha deciso di rigettare tutte le accuse con una infuocata conferenza stampa:

Voglio spendere due parole sulla nostra Primavera. Per certi aspetti c’è stata buona fede, per altri aspetti invece c’è stata una narrazione sbagliata di quello che facciamo e di come lo facciamo. Certi argomenti dovrebbero andare oltre il livello locale, per riportare la verità. Per quanto riguarda la Primavera ho trovato molto ingiuste alcune narrazioni che non tengono conto di argomenti molto sensibili.

Ci si chiede perché i club hanno debiti, poi c’è un club che si sforza a perseguire la sostenibilità economica e si fanno le riforme sulla Primavera perché il Lecce ha una Primavera di tutti stranieri. Altri pensano che il Lecce deve solo partecipare con le risorse che ha, ma noi non la pensiamo così.

Noi non vogliamo partecipare, il Salento non partecipa e basta, noi vogliamo giocarcela ad armi pari con gli altri. Gli stranieri del Lecce non possono essere considerati il problema della nazionale italiana. Le riforme andrebbero fatte a livello di prime squadre. Le potenzialità del calcio italiano sono aride nella mia provincia così come lo sono nelle altre province. È un tema troppo profondo che non si può riassumere con una riforma contro gli stranieri del Lecce. La primavera serve per creare risorse per la prima squadra. Non si può cambiare il sistema rimarcando il fatto che il Lecce ha vinto lo scudetto con undici stranieri. Non si può cambiare il calcio italiano parlando dello scudetto della Primavera del Lecce con un necrologio sul giornale.

Se do i numeri che spendo sulla Primavera non ci crede nessuno. Noi siamo una società seria, con i conti a posto. Il monte ingaggi lordo della Primavera è stato di 368 mila euro. Costo aziendale della squadra 517 mila euro. Ho pagato 145 mila euro i cartellini di quest’anno della Primavera e 86 mila di commissioni, più 200 mila euro per il riscatto di Dorgu. Sono questi i costi della mia Primavera.

Andare a trovare gli stranieri è più difficile che trovare chi è sul posto, bisogna avere idee e virtuosismo, bisogna viaggiare. Non è che a Corvino piacciono gli stranieri, qui c’è aridità. Bisogna capire perché il Lecce lavora sulla Primavera in un certo modo. Nel mio primo ciclo c’erano italiani che venivano qui perché il settore giovanile aveva appeal. Tutto il mondo parlava di noi. Sono tornato qui e ho ritrovato la squadra in A2, la gente non sapeva neanche dove giocava la Primavera. A Reggio Emilia invece c’erano duemila tifosi del Lecce a gioire, quella è la nostra soddisfazione.

Dobbiamo difenderci da soli, perché lontano da qui non ci difende nessuno. Abbiamo vinto un titolo italiano e qualcuno ne ha parlato facendo solo un trafiletto. Se un club vuole fare una Primavera comprando 20 giocatori dalle squadre dilettantistiche locali come minimo ci sarebbe un prezzo imposto dalla federazione. I numeri sarebbero più alti rispetto a quelli che ho speso io. Noi creiamo risorse tecniche partendo dalla Primavera e dal settore giovanile.

Prendere gli stranieri è una virtù, è sintomo di coraggio. La nostra vittoria non è il titolo italiano ma aver portato Gonzalez in prima squadra, che ha fatto 35 partite in serie A dopo un anno che lo abbiamo preso. Chi fa le riforme dovrebbe farle tenendo conto che nel mio territorio ci sono i grandi club che dicono ai ragazzi di rimanere nel club dilettantistico che poi dopo qualche anno vengono a prenderlo. Diventa difficile lavorare sul territorio.