19 anni e 4 mesi di reclusione. È questa la condanna che il giudice per le indagini preliminari, Marco Mascia, ha riconosciuto a Brian e Rubens Carta, i due fratelli accusati dell’omicidio di Tonino Porcu a Ghilarza, nell’Oristanese. I fatti risalgono al febbraio del 2022. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, i due avrebbero ucciso l’anziano di botte dopo essere stati scoperti a rubare all’interno della sua abitazione. Ma si sarebbero anche macchiati di una precedente rapina, sempre ai danni di un anziano. Per questo il pm aveva chiesto che gli fossero riconosciuti 20 anni ciascuno.

Omicidio di Tonino Porcu a Ghilarza: la ricostruzione del delitto

Era da poco passata la mezzanotte del 21 febbraio 2022. Antonio Porcu, ex allevatore di 78 anni, conosciuto da tutti, in paese, con il nome di “Tonino”, stava dormendo. Non si era mai sposato e, dopo essere stato vittima di un tentativo di rapina, nella casa adiacente alla nuova, aveva iniziato a vivere nel terrore, tanto da richiedere al sindaco di montare un faretto che potesse illuminare l’ingresso della sua casa, situata nel centro di Ghilarza, in provincia di Oristano.

Un cambiamento che non aveva fatto desistere i ladri, che erano entrati di nuovo nella sua abitazione in cerca di denaro. Si trattava di Brian e Rubens Carta, i due fratelli che lavoravano nel bar di famiglia situato a poca distanza dalla casa dell’anziano, che era anche proprietario del locale. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, i due si sarebbero introdotti nell’abitazione dopo aver assunto delle sostanze stupefacenti, rompendo una finestra.

Una volta all’interno, avrebbero messo a soqquadro tutte le stanze, racimolando una somma di circa 2.000 euro. A un certo punto, però, avrebbero fatto rumore, svegliando Tonino. Spaventati dal fatto che il 78enne li avesse, probabilmente, riconosciuti, avrebbero iniziato a riempirlo di calci e pugni in diverse parti del corpo (questo l’esito dell’autopsia), lasciandolo in fin di vita. Si sarebbero poi dileguati, mentre l’anziano, con le ultime forze che gli rimanevano, avrebbe raggiunto il suo letto. Lì sarebbe morto, non riuscendo nemmeno a chiedere aiuto.

Lo avrebbero ritrovato, il giorno successivo, l’assistente domiciliare che era solita aiutarlo con le faccende domestiche e un nipote, preoccupati di non ricevere sue notizie. Erano subito partite le indagini, che in poco tempo avevano portato ai due responsabili.

La condanna a 19 anni e 4 mesi di reclusione

In casa dell’anziano i due avevano lasciato numerose impronte e tracce biologiche. Per questo, già il 9 marzo successivo ai fatti, erano stati tratti in arresto e trasferiti nel carcere di Massama, sempre nell’Oristanese. I loro legali, gli avvocati Agostinangelo Marras, Marco Spanu e Fabio Messina, avevano avanzato l’ipotesi che l’omicidio potesse essere riconosciuto come “preterintenzionale”, sostenendo che avesse seguito altri reati in maniera non intenzionale.

Al termine del processo con rito abbreviato, il giudice per le indagini preliminari, Marco Mascia, ha invece ritenuto colpevoli i due fratelli di omicidio volontario, rapina e tentata rapina, per aver cercato di derubare un altro anziano del paese, Tonino Oppo, nel dicembre del 2021. Oltre a scontare 19 anni e 4 mesi di carcere, i due dovranno anche provvedere al risarcimento – il cui ammontare è ancora da stabilire – dei familiari della vittima, costituitisi parte civile tramite l’avvocato Luciano Rubattu.

Il pm Marco De Crescenzo, nella sua requisitoria durata oltre tre ore, aveva chiesto che gli fossero riconosciuti 20 anni ciascuno. Dopo il deposito della sentenza, che avverrà entro 90 giorni, la difesa potrebbe anche decidere di ricorrere in Appello. In questo modo i due imputati, come previsto dalla recente riforma Cartabia, potrebbero ottenere un ulteriore sconto di pena.

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