La delegazione di leader africani ieri ha raggiunto Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky e discutere di possibili negoziati e tavoli di pace. Questo incontro dagli intenti pacifici è stato tuttavia turbato dal suono delle sirene di un nuovo allarme aereo, un suono che ormai si sente in continuazione sul suolo ucraino. L’aeronautica militare ucraina aveva avvertito che alcuni missili Kalibr russi erano stati lanciati dal Mar Nero e si stavano “dirigendo a nord“, verso la principale città del Paese. Il lancio di questi missili si inserisce all’interno di un sensibile aumento di attacchi missilistici registrato nell’ultima settimana.

Le parole del diplomatico ucraino Olexander Scherba: “Adesso sirene. Putin accoglie i leader africani a Kiev”

Il raid è stato lanciato sulla capitale ucraina nel momento in cui la delegazione di leader africani di sette paesi (Sudafrica, Egitto, Senegal, Zambia, Comore, Repubblica del Congo e Uganda, accompagnati dall’attuale presidente di turno dell’Unione africana) stava visitando la città. La popolazione è stata avvertita tramite i sistemi di difesa aerea, che finora hanno sempre intercettato tutti i missili e i droni lanciati sulla capitale. In seguito all’entrata in azione dei sistemi di difesa aerea, sono state udite diverse esplosioni. Secondo le informazioni riportate dall’aeronautica ucraina, i razzi ad alta precisione stavano volando a bassa quota, dunque erano più difficili da rilevare e distruggere.

Il viaggio diplomatico dei leader africani si costituisce come una missione di pace e in giornata proseguirà a San Pietroburgo. La missione è stata resa possibile anche dalla Brazzaville Foundation, un’organizzazione indipendente no profit il cui obiettivo è sviluppare iniziative per prevenire conflitti, soprattutto in Africa. I diplomatici sono guidati dal francese Jean-Yves Ollivier, che ha lavorato per garantire il rilascio di ostaggi nella Repubblica Centrafricana e ha mediato un accordo di condivisione del potere nella Repubblica Democratica del Congo.

Nel caso specifico della guerra in Ucraina, la Fondazione ha evidenziato la necessità di proseguire il dialogo e si è impegnata nell’organizzare incontri con i rappresentanti ucraini e russi. La Fondazione intende “facilitare una ripresa dei colloqui tra i due paesi“, prendendo in esame temi complessi come lo scambio di prigionieri e il trasporto di cereali e fertilizzanti in Africa. Uno degli obiettivi da tenere in considerazione è evitare ulteriormente l’insicurezza alimentare globale.