Il CDM ha dato il via libera a Ddl sulla riforma della giustizia, dopo una riunione durata circa un’ora, tenutasi il 15 giugno 2023. Le modifiche hanno riguardato diversi ambiti della giustizia italiana: il codice penale, il codice di procedura civile e l’ordinamento giudiziario.

La riforma della giustizia è stata presentata dal Ministro Carlo Nordio, voluta fortemente dalla maggioranza di governo e osteggiata da una parte della magistratura, riguarda, soprattutto, il reato di abuso di ufficio e l’utilizzo delle intercettazioni. Queste e molte altre misure sono contenute nel disegno di legge.

Vediamo quali sono tutte le modifiche e le novità che prevede il pacchetto approvato dal Consiglio dei Ministri.

Via libera dal CDM alla riforma della giustizia

Il Consiglio dei Ministri (CDM) ha dato il via libera alla riforma della giustizia, voluta fortemente dalla maggioranza di governo e presentata dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. I lavori del CDM si sono tenuti il 15 giugno 2023, all’indomani dei funerali dell’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

La riforma della giustizia è un progetto molto ambizioso che contiene modifiche e novità molto rilevanti. Tra i punti più rilevanti e qualificanti della riforma c’è la cancellazione del reato di abuso di ufficio e uno stop alla pubblicazione delle intercettazioni non utilizzate nel corso del dibattimento.

Viene prevista anche una “stretta” sulla pubblicazione dei giornalisti, i quali potranno riportare solo e unicamente i colloqui che sono contenuti nei provvedimenti dei giudici.

Ma quali sono tutti i provvedimenti contenuti nel disegno di legge? Le novità riguardano:

  • L’abuso d’ufficio;
  • La custodia cautelare in carcere;
  • L’appello del PM;
  • Le intercettazioni;
  • Il traffico d’influenze;
  • I processi di mafia e terrorismo;
  • L’informazione di garanzia.

Come abbiamo detto, i punti di maggior rilievo riguardano l’abuso d’ufficio e le intercettazioni. Ecco cosa prevede il disegno di legge.

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Reato di abuso d’ufficio

Viene cancellato il reato di abuso d’ufficio, in particolar modo per il limitato numero di condanne a fronte dei processi avviati, ma anche per via delle proteste degli amministratori pubblici. Pertanto, la motivazione sarebbe il limitato numero delle condanne e gli scarsi risultati prodotti dal reato sul piano giudiziario.

Viene anche circostanziato il traffico delle influenze illecite. Secondo il ddl, il traffico delle influenze illecite sarà limitato solo ai casi più gravi. Anche in questo caso, si va incontro alle numerose richieste giunte dagli amministratori locali.

Riduzione all’utilizzo delle intercettazioni

Un altro punto importante riguarda l’utilizzo delle intercettazioni. Un intervento cruciale che va a rivedere i casi in cui diventa pubblicabile il contenuto delle intercettazioni.

In sostanza, viene dato il via libera al divieto di riferire le intercettazioni di conversazioni oppure di comunicazioni se non sono contenute negli atti giuridici. L’intervento è volto a garantire la tutela della dignità dei terzi estranei alle indagini.

Revisione del carcere preventivo e ritorno dell’inappellabilità del PM

Il Ddl sulla riforma della giustizia, che ha avuto il via libera dal CDM, mette mano anche sulle misure cautelari personali, ovvero agli arresti domiciliari e al carcere preventivo. Viene introdotto il principio del contradditorio, in tutti i casi in cui è superfluo che le forze investigative intervengano a sorpresa.

Vengono aumentati i casi di nullità della misura cautelare, prevendendola quando non sono stati presi in considerazione gli elementi espositi dall’indagato durante l’interrogatorio.

Infine, tra le principali novità del ddl della riforma della giustizia torna l’inappellabilità del pubblico ministero. Restano appellabili le decisioni di proscioglimento per i reati più gravi.

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