Mutui, c’è stato il nuovo rialzo dei tassi – già annunciato – della Banca centrale europea (Bce) nella giornata di ieri, 15 giugno, con ripercussioni sui prestiti in essere e aumento della rata mensile. Altri 25 punti base di aumento che portano, in totale, al 4 per cento il tasso di rifinanziamento e al 3,5 per cento quello dei depositi. Ma l’effetto più tangibile per i risparmiatori è quello sui mutui, con i tassi in aumento di 400 punti base in meno di un anno (11 mesi), da quando sono iniziate le politiche monetarie della Bce contro l’inflazione.

Quando finirà? Sono previsti altri aumenti e per tutto il 2023 dovrebbe andare così. Intanto, si impenna la rata mensile di chi ha già un mutuo a tasso variabile o si accinge a stipularne uno, anche a tasso fisso. L’incremento si attesta sul 50 per cento per chi abbia stipulato un mutuo per acquistare la casa un anno fa, prima degli aumenti decisi dalla Banca centrale europea. 

Mutui, rialzo tassi di interesse Bce di giugno 2023: quale aumento della rata mensile e cosa conviene fare 

C’è un nuovo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea datato 15 giugno di 25 punti base, che porta il totale a 400 punti base di incremento negli ultimi undici mesi. Per effetto di questo ulteriore aumento, il costo del denaro riferito ai tassi di deposito è salito al 3,5 per cento. È questa la percentuale che interessa a chi ha un mutuo o si accinge a stipularne uno, perché si aggancia all’indice Euribor che determina l’importo delle rate mensili. A partire da luglio dell’anno scorso, l’aumento del costo del denaro è stato il più alto dei 22 anni di storia dell’Eurozona. 

L’aumento dell’Euribor a tre mesi, che determina l’andamento dei mutui a tasso variabile, dovrebbe mantenere questo trend fino alla fine del 2023. È previsto, infatti, un nuovo aumento a luglio prossimo e poi verso la fine dell’anno, a novembre. Se l’inflazione non dovesse far registrare delle sorprese, è possibile che i tassi inizieranno a scendere a partire dal 2024. Ma non sarà una discesa vertiginosa, bensì lenta e dagli effetti ancora da verificare. Tuttavia, un’inversione dei tassi a partire dal prossimo anno dovrebbe aversi, dopo che a novembre 2023 dovrebbe registrarsi il picco del costo del denaro al 3,8 per cento (rispetto al 3,5% di giugno 2023). 

Mutuo a tasso variabile più alto del fisso, quale conviene? 

Aumentano, di conseguenza, anche i mutui, in particolare quelli a tasso variabile e quelli che verranno stipulati dopo gli aumenti, anche a tasso fisso. In base alla situazione odierna, chi ha acceso un mutuo a gennaio 2022 per l’acquisto di una casa con il tasso variabile, per 140.000 euro a fronte del valore di 200.000 euro dell’abitazione, ha visto salire la rata mensile da circa 500 euro al mese di giugno 2022 a 750 euro di giugno 2023. Il picco è atteso per novembre prossimo, quando la rata dovrebbe sfiorare gli 800 euro, all’incirca 790 euro al mese. In ogni caso, l’aumento finora è stato del 50 per cento, con punte che si incrementeranno ancora di più fino a fine anno. 

Il tasso fisso, invece, non registra particolari problemi per chi aveva già stipulato il mutuo prima degli aumenti degli ultimi undici mesi. Ma sui nuovi mutui la situazione di partenza vede il miglior tasso fisso medio applicato dalle banche al 3,5 per cento, e un valore molto alto del tasso variabile (la cui media odierna è del 4,2 per cento). Si tratta di una scenario tipico delle fasi economiche inflazionistiche. Anche in questo caso, come per il tasso variabile, è necessari attendere scenari monetari migliori, che potrebbero arrivare – lentamente – a partire dal 2024.