Le città più care d’Italia e d’Europa: l’analisi di Fabio Salamida, a Società Anno Zero, su Radio Cusano Campus evidenzia l’aumento del gap tra ceti alti e bassi, a fronte di un considerevole aumento del costo della vita e di una stabile retribuzione salariale. “Non è così vero che le città italiane costano più di quelle straniere, a Parigi gli affitti costano più che a Milano, ma è anche vero che gli stipendi sono più alti. Più è sviluppata l’economia di uno Stato più migliorano le condizioni di vita della popolazione – ha sottolineato Salamida – è certamente una questione che riguarda la politica, ma che puntualmente viene disattesa. Col taglio del cuneo fiscale il governo Meloni ha cercato di dare una spinta ai salari, il problema è che la spinta data è insufficiente. Non cambia se alle persone in busta paga entrano 30 euro in più. E’ stato fatto troppo per i redditi alti e quasi nulla per quelli bassi, cosa che influisce negativamente sul tenore di vita delle persone“.
Le città più care d’Italia e d’Europa: l’analisi di Fabio Salamida. “In Italia 9 milioni di precari“
I motivi per cui si sceglie di vivere in metropoli come Roma, o Milano, sono legati principalmente allo studio o al lavoro, ma gestire la sopravvivenza in contesti così popolosi spesso vuol dire arrancare. “Roma è sovrappopolata, c’è tanta gente che vive distante dal posto di lavoro – ha fatto notare il giornalista Fabio Salamida – il problema di livellare i salari col costo della vita è il più antico della Repubblica. Da noi c’erano, ci sono, tanti poveri e molti ricchi, in altri paesi questa differenza è stata colmata col welfare, con politiche sul lavoro che non hanno dato spazio a forme contrattuali troppo precarie. Da noi 9milioni di persone hanno contratti precari: non sanno se verranno licenziati, non hanno tutele, non hanno accesso a mutui, né possono vivere a ridosso di centri urbani“.
La delocalizzazione delle aziende
Le idee per contrastare il crescente e ingestibile sovrappopolarsi delle metropoli italiane “la delocalizzazione delle aziende può essere un’idea. Abbiamo sviluppato aree metropolitane all’inverosimile, avremmo dovuto delocalizzare prima ministeri e altre imprese. In Paesi come la Germania le economie sono più forti e riescono a sostenere diversamente i momenti di crisi – si è congedato Fabio Salamida – non è mai stato fatto, da nessun partito, un discorso di sintesi. Non si è mai riusciti a rappresentare un unico popolo, ognuno ha rappresentato la sua fetta scontentando gli altri. Sono squilibri che hanno pesato tanto, principalmente sul potere d’acquisto“, in secondo poi sulla crescente sfiducia politica.