Matteo Piantedosi commenta il naufragio di migranti al largo della Grecia e annuncia che ci sarà “modo e tempo” per chiarire l’accaduto. Nella sua intervista al quotidiano Domani, il ministro dell’Interno rivela “piena fiducia nelle autorità elleniche”.

Ho letto che l’imbarcazione si sarebbe ribaltata proprio durante le operazioni di soccorso. Di fronte a tragedie così dolorose andrebbero evitati giudizi sommari e strumentalizzazioni.

Sotto la lente d’ingrandimento del titolare del Viminale ci sono gli affari dei trafficanti di esseri umani. Questi ultimi agiscono “in maniera spregiudicata” e “con totale disprezzo della vita dei migranti”, che vengono “esposti a rischi inaccettabili”.

Per questo l’Italia, in sinergia con gli altri partner europei, è al lavoro “per contrastare i trafficanti di esseri umani e rafforzare i canali di immigrazione regolari“.

Uomini e donne devono arrivare soltanto in maniera legale, sicura, pianificata, con strumenti di programmazione adeguati come il decreto flussi. Sui flussi migratori si stanno iniziando a cogliere timidi segnali incoraggianti. I dati dimostrano un rallentamento delle partenze dal nord Africa. Il complesso lavoro che stiamo facendo è destinato a produrre effetti significativi nel più lungo periodo.

Piantedosi torna sul naufragio dei migranti in Grecia, il ministro sul decreto Cutro: “Ha reso più ordinata la prima accoglienza”

Piantedosi considera “un grande successo del governo Meloni” la missione della premier in Tunisia.

Innanzitutto ha avuto il merito di mostrare plasticamente l’importanza del lavoro che sta svolgendo il presidente Meloni anche in ambito europeo. È la visione italiana del ‘piano Mattei’, con un approccio non predatorio nei rapporti con i Paesi africani, che presuppone accanto alla collaborazione per frenare le partenze, anche un forte sostegno economico-finanziario.

Una chiosa finale sulla questione del “tanto criticato” decreto Cutro. Il ministro sottolinea come abbia “permesso di rendere più ordinata la gestione della prima accoglienza, affinché tutto avvenga con doverosa umanità per le persone che arrivano”.

Gettare le basi perché la collaborazione internazionale aiuti a fermare le partenze e nel frattempo organizzarsi sul territorio per gestire chi arriva. Per il governo fermare, o quantomeno limitare il più possibile le partenze indiscriminate e illegali è sempre l’obiettivo principale.