“Questo governo non è un bancomat”. Queste le parole del Ministro Musumeci che alimentano ancora rallentamenti sul fronte delle decisioni per l’inizio della ricostruzione nell’Emilia Romagna alluvionata.
Il ministro Musumeci non usa giri di parole e fa arrabbiare l’intera regione. Questa mattina, 16 giugno, ai microfoni Rai ha voluto specificare quello che è venuto fuori dalla seconda riunione del tavolo per la ricostruzione.
Ancora non si parte per la ricostruzione
L’incontro è stato molto teso e il tutto sembra bloccato, stagnante senza una continuità di intendi tra amministratori locali e governo. Una prima stima parla di quasi 9 miliardi euro a fronte di 2 stanziati.
“Serve il commissario straordinario, altrimenti si rischia di bloccare la messa in sicurezza”, dice il sindaco di Ravenna De Pascale, ma anche su questo punto non c’è nessuna notizia.
Per il ministro della protezione civile Musumeci invece le cose vanno fatte con i tempi giusti e senza ingerenze, nel rispetto delle norme come per esempio quella che consente di nominare il commissario entro 12 mesi.
“Qualche sindaco forse più attento a cercare consensi che a rispettare il galateo istituzionale e la priorità degli interventi da effettuare per ridare ai cittadini dell’Emilia Romagna il diritto alla normalità. Qualcuno ha pensato che il governo serve solo a erogare risorse. Dobbiamo concordare interventi, criteri e priorità perché altrimenti rischiamo di dovere alimentare delle aspettative che poi si traducono in delusione e non ce lo possiamo permettere”.
Per il ministro della Protezione civile Nello Musumeci c’è differenza tra emergenza e ricostruzione e pone la questione proprio sui tempi di inizio per la seconda parte.
“Il codice di protezione civile, non votato da me ma dal governo di centrosinistra del 2018, prevede che la nomina del Commissario per l’emergenza può durare anche un anno rinnovabile e poi comincia la fase della ricostruzione. Noi riteniamo che questa materia debba essere normata perché c’è qualche lacuna in modo da definire quando termina la fase di emergenza e quando inizia la fase della ricostruzione, cosa che stiamo normando in queste settimane. Intanto siamo nella fase dell’emergenza. Il commissario straordinario arriverà nella fase della ricostruzione. Quando arriverà dipende dalle condizioni fisiche e socio-economiche in cui si trova il territorio soggetto alla calamità”.
La risposta del partito Democratico: dal governo solo foto nel fango
Il partito democratico ha risposto con grande energia alle parole del ministro. Per il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia quello del governo è un attegiamento irrispettoso
“Nei primi giorni dopo l’alluvione il governo è andato in Emilia Romagna a fare passerelle con gli stivali nel fango. Ora è passato più di un mese ma manca ancora il nome del commissario alla ricostruzione e soprattutto mancano le risorse annunciate dal governo. Dei famosi due miliardi del decreto ci sono solo qualche centinaio di milioni di risorse fresche. È inaccettabile che il governo giochi a braccio di ferro con le istituzioni locali, per meri interessi politici, speculando sulla pelle di imprese e cittadini emiliani. Servono immediatamente risorse per chiudere la fase emergenziale e avviare la ricostruzione. L’arroganza del governo nei confronti dei sindaci e delle popolazioni del territorio, espressa nelle parole del ministro Musumeci è intollerabile. Il governo, completamente assente, deve assumersi al più presto la responsabilità di un sostegno a quei territori”.
La capogruppo alla camera del Partito Democratico Chiara Braga ha voluto rispondere via Twitter.
“Caro ministro Musumeci, l’Emilia Romagna non è un set per foto e riprese. Ci sono sindaci, cittadini, imprese che aspettano ormai da un mese la nomina di un commissario e le risorse vere per la ricostruzione e la ripresa. Con offese e arroganza non si va lontano”.