Il congedo straordinario retribuito si presenta come una soluzione di sollievo per coloro che sono impiegati nel delicato compito di assistenza a un parente affetto da grave disabilità. Questa misura concede un periodo di assenza retribuita dal lavoro fino a due anni, permettendo ai caregiver di dedicarsi completamente alla cura del familiare in difficoltà. Tuttavia, esistono regole rigorose da seguire per evitare situazioni di abuso o truffa ai danni dello Stato. Vediamo di capire meglio cosa comporta questa forma di congedo.
Cos’è il congedo straordinario?
Il congedo straordinario corrisponde a un periodo di assenza dal lavoro che però viene retribuita, ed è destinato ai lavoratori caregiver che assistono familiari affetti da disabilità gravi. Questa forma di congedo, disciplinata dall’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, differisce dalle forme di congedo tradizionali e può essere richiesta solo in circostanze specifiche.
La Legge 104, infatti, stabilisce che i familiari di persone con disabilità hanno diritto a un congedo straordinario Inps della durata di 2 anni, garantendo un periodo di aspettativa retribuita solo in presenza di una disabilità grave. Dal 13 agosto 2022, il Congedo Straordinario può essere richiesto anche dai conviventi di fatto.
Congedo straordinario retribuito: beneficiari e chi non ne ha diritto
Il congedo straordinario retribuito è destinato principalmente ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, seguendo un preciso ordine di priorità. Il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente, o il convivente di fatto della persona disabile in situazione di gravità hanno la precedenza nella richiesta.
In assenza di un coniuge, il congedo straordinario può essere richiesto dal padre o madre, figlio, fratello o sorella convivente e da parenti e affini fino al terzo grado conviventi con una persona con grave disabilità.
Tuttavia, non tutti i lavoratori hanno diritto a tale beneficio: lavoratori domestici, lavoratori a domicilio, lavoratori agricoli giornalieri, lavoratori autonomi, parasubordinati, e coloro con contratto di lavoro part-time verticale durante le pause contrattuali sono esclusi da tale possibilità.
Cosa dice la Legge
La richiesta di congedo straordinario richiede il rispetto di due requisiti fondamentali:
- l’ordine di priorità nella presentazione della domanda;
- la convivenza con la persona disabile.
Per tutto il periodo del congedo, l’assistente e la persona assistita devono risiedere insieme. La legge stabilisce inoltre che il lavoratore in congedo straordinario non può svolgere attività lavorativa, neppure occasionale. Infatti, la finalità del congedo è proprio quella di garantire un’assistenza piena e totale al familiare con handicap.
Quali sono gli impegni del caregiver durante il congedo straordinario retribuito?
Per usufruire del congedo straordinario, è necessario presentare una richiesta all’Inps indicando il periodo di congedo desiderato. La domanda solitamente viene accolta o respinta entro 60 giorni dalla presentazione. Durante questo periodo, il caregiver deve dedicarsi a tempo pieno all’assistito, anche durante i fine settimana e i giorni festivi.
Come anticipato, non sono consentite altre attività lavorative e non si può interrompere il congedo per tornare al lavoro. L’indennità erogata durante il congedo corrisponde all’ultimo stipendio base, senza considerare elementi variabili come straordinari, premi o rimborsi spese. Inoltre, il congedo non contribuisce alla maturazione di tredicesima, quattordicesima, né tantomeno alla maturazione delle ferie e del Trattamento di fine rapporto (TFR).
Ricordiamo che per ulteriori dettagli o chiarimenti, è sempre consigliabile rivolgersi a un CAF o all’INPS stesso.
Cosa succede alle ferie
Abbiamo visto che l’assunzione del congedo straordinario Legge 104 implica un’interruzione del rapporto lavorativo. Durante questa fase, il dipendente non presta servizio, quindi non accumula ulteriori giorni di ferie. Questo concetto è fondamentale per chi desidera fare uso di questa opzione di congedo: le ferie non si maturano durante l’assenza per congedo straordinario.
Tuttavia, le ferie accumulate prima dell’inizio del congedo non vanno perse. Dopo il ritorno al lavoro, il dipendente potrà fruire dei giorni di ferie residui, maturati prima del periodo di assenza.
La questione delle ferie maturate durante altri tipi di congedo differisce. In casi come congedi maternità, congedi parentali, permessi retribuiti, permessi per eventi personali come matrimoni o lutti, e altri tipi di permessi retribuiti o malattie, le ferie continuano a maturare.
In contrasto, durante il congedo straordinario Legge 104, non si maturano ferie. Questa regola vale anche per i periodi di aspettativa non retribuiti per ragioni familiari, lavorative o di studio.