Si dichiarano gli eredi italiani di “MrBeast”, lo youtuber americano da 160 milioni di iscritti che punta su contenuti realizzati spendendo centinaia di migliaia di dollari. Ma chi sono e quanto guadagnano i membri di The Borderline coinvolti nell’incidente che a Roma ha strappato alla vita un bimbo di 5 anni?
The Borderline, chi sono e quanto guadagnano gli youtuber dell’incidente di Roma
Non siamo ricchi, ma ci piace spendere per far divertire voi! Tutto quello che facciamo si basa su di voi, più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo.
È questa la bio che accompagna, su Youtube, i video pubblicati dal canale The Borderline, i cui membri sono rimasti coinvolti, negli scorsi giorni, in un incidente che ha portato alla morte di un bambino, a Roma. Il presupposto è semplice: fare soldi spendendo soldi, guadagnandosi sempre più views, sul modello di quanto già fatto, in America, da altri youtuber molto seguiti.
Le “sfide” sono delle più varie. Vanno dalle “24 ore sulla mini zattera”, l’ultimo video pubblicato, alle “24 ore sulla ruota panoramica senza scendere”, passando per “Scappo da 100 persone per 1.000 euro” e “10 sfide estreme per 10mila”. Tutto, insomma, ruota attorno al denaro, in un “circolo vizioso” per cui più si spende più si incassa, come vuole la legge dei social.
A fare parte della società, co-intestata a Matteo Di Pietro (che era alla guida dell’auto ed è ora indagato per omicidio stradale) e Leonardo Golinelli (assente al momento dell’incidente), sono anche Vito Loiacono e Giulia Giannandrea. Vengono da Torrenova, un quartiere alla periferia di Roma. Hanno tutti tra i 20 e i 22 anni di età e il sogno di arrivare a “regalare a qualcuno dei loro iscritti 1.000.000 euro”, attraverso i loro video.
A che costo non si sa. Abbastanza, comunque, da decidere di mettersi alla guida di un suv di grossa cilindrata preso a noleggio per 50 ore, senza sosta. La società a responsabilità limitata che sta dietro al tutto, creata nel 2022, ha fatturato quasi 200mila euro in sei mesi, tra monetizzazioni su Youtube e sponsorizzazioni, effettuate anche su Instagram. Il denaro usato per prendere in affito l’auto – 2mila euro al giorno e circa 25mila di “caparra” – proverrebbe da lì e non, come qualcuno aveva ipotizzato, dalle tasche dei loro genitori.
La posizione degli youtuber coinvolti
Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima,
ha scritto ieri, sui social, Vito Loiacono. Era stato lui a pubblicare, prima che iniziasse la challenge alla guida della Lamborghini, un video – poi ripreso da molte testate – in cui si “vantava” del fatto di potersi permettere un suv, denigrando i possessori di auto di meno valore, come le Smart, marchio della vettura che – per uno scherzo della sorte – sarebbe poi rimasto coinvolto nell’incidente mortale.
Per ora è stato iscritto nel registro degli indagati Di Pietro, che si trovava alla guida del mezzo e che, in seguito agli esami, sarebbe risultato positivo ai cannabinoidi. L’obiettivo degli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire le esatte dinamiche del delitto (secondo gli youtuber sarebbe stata la Smart a compiere una manovra azzardata), è capire se gli altri giovani possano averlo incitato ad andare veloce e possano quindi essere indagati “in concorso”.
Lo scopo è anche chiarire se i ragazzi potessero effettivamente noleggiare l’auto, preclusa ai neopatentati per via della grossa cilindrata. Ieri, una volta arrivato sul luogo del sinistro, il padre del bimbo morto aveva tentato di aggredirli. Per fortuna, la mamma e la sorellina di 4 anni sono fuori pericolo.