Ieri pomeriggio, il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha messo la parola fine al casting per trovare il prossimo allenatore del Napoli. A destra e a manca si vociferava di questo o quell’altro tecnico, delle preferenze su di uno piuttosto che su un altro. Ma alla fine a sorpresa l’annucio di Aurelio De Laurentii: Rudi Garcia, sarà il prossimo allenatore del Napoli! Non Galtier, non Paulo Sousa e nemmeno Luis Enrique.

Dunque la seconda esperienza in serie A per il tecnico francese si preannuncia molto interessante e catturerà la curiosità dei tanti tifosi e appassionati di calcio del nostro paese: raccogliere l’eredità di Luciano Spalletti non sarà sicuramente una passeggiata di salute.

Il Napoli quest’anno ha vinto e lo ha fatto con ampio distacco sulle avversarie, chiudendo i giochi scudetti già dall’inverno di questa stagione agonistica appena conclusa. Cosa potra fare di meglio il successore del tecnico toscano? Vincere la Champions! Le alternative sono poche al ripetere il cammino straordinario fatto in serie A che l’ha portato a conquistare il tricolore.

Oggi come qualche anno fa, c’è stato un avvicendamento che ha riguardato Garcia e Spalletti. Nel 2016 fu il tecnico di Certaldo a prendere il posto del francese, oggi è il tecnico transalpino a prendere il posto del tecnico toscano.

Rudi Garcia Roma: dal Lille all’Italia alla corte dei giallorossi

Non era molto conosciuto Rudi Garcia nel panorama calcistico internazionale, dopo anni di esperienze vissute alla guida di squadre francesi in serie minori, accetta le avance del Lille. Rimane un quinquennio alla guida della squadra e l’anno del suo primo vero successo in carriera è il 2010/2011: vincerà la Ligue 1 e la Coppa di Francia.

Rudi Garcia non riuscirà a riconfermarsi attraverso altri trofei e dopo il terzo ed il sesto posto rispettivamente conseguiti nel quarto e quinto anno, andrà via e si prenderà anno sabbatico, che però non riuscirà a godersi.

Un’intuizione di Water Sabatini, lo porterà alla Capitale sulla panchina della Roma e a primo impatto i tifosi non prendono bene la scelta del loro DS. Ad accoglierlo, una diffidenza che solo un video virale di lui mentre suona la chitarra per interpretare El Porompompero la attenua.

La Roma che arriva da posizioni di classifca deficitaria, deve ripartire e Rudi Garcia chiamato al compito di riportarla nei piani alti è consapevole che non gode della massima considerazione dei tifosi, pertanto per catturare a se l’attenzione dei romanisti, si inventa una frase ad effetto:

“Quelli che criticano il club e i giocatori non possono essere tifosi della Roma. Quando si ama la propria squadra la si incoraggia. Al massimo possono essere tifosi della Lazio”.

Mediaticamente parlando quel luglio 2013, riscuote grande successo, nel senso che tanto le critiche negative quanto quelle positive arriveranno a riconsiderare il personaggio che incarna l’allenatore Rudi Garcia. Il tecnico francese sarà subito sostenuto dalla società che gli allestirà una rosa forte.

Al suo cospetto arrivano l’espertissimo portiere abruzzese Morgan De Santis e il terzino brasiliano ex Inter, Maicon, ma anche calciatori interessanti come Mehdi Benatia e Kevin Strootman e l’estroso Adem Ljajic. A completare una rosa di per sè già ricca di talenti Gervinho, l’attaccante livoriano dalle doti atletiche impressionanti, suo calciatore già ai tampi del Le Mans.

Le dieci vittorie di fila

Il campionato 2013/2014 inizia nel migliore dei modi, vince le prime dieci partite del campionato. Ancora oggi è l’unica italiana ad aver stabilito questo record (Fabio Capello si fermò con la sua Juve nel 2005/2006 a 9 partite).

  • 1ª giornata, Livorno-Roma 0-2: 65’ De Rossi, 67’ Florenzi.
  • 2ª giornata, Roma-Verona 3-0: 56’ Cacciatore autogol, 59’ Pjanic, 66’ Ljajic.
  • 3ª giornata, Parma-Roma 1-3: 39’ Biabiany (P), 47’ Florenzi (R), 70’ Totti (R), 85’ rigore Strootman (R).
  • 4ª giornata, Roma-Lazio 2-0: 63’ Balzaretti, 90’ rigore Ljajic.
  • 5ª giornata, Sampdoria-Roma 0-2: 65’ Benatia, 88’ Gervinho.
  • 6ª giornata, Roma-Bologna 5-0: 8’ Florenzi, 17’ Gervinho, 26’ Benatia, 62’ Gervinho, 85’ Ljajic.
  • 7ª giornata, Inter-Roma 0-3: 18’ e 40’ rigore Totti, 44’ Florenzi.
  • 8ª giornata, Roma-Napoli 2-0: 45’ e 71’ rigore Pjanic.
  • 9ª giornata, Udinese-Roma 0-1: 82’ Bradley.
  • 10ª giornata, Roma-Chievo 1-0: 67’ Borriello.

Nonostante un gioco scintillante, esteticamente bello che si concretizza grazie alle giocate sontuose dei suoi interpreti migliori come Totti e Pjanic, alla praticità tattica di Strootman, Florenzi e De Rossi e all’efficienza sotto porta di Gervinho, lo scudetto non arriva perché lo vincerà di nuovo la Juventus.

Garcia così, chiuderà il suo primo campionato in Italia alla Roma con un secondo posto condito da 85 punti che vogliono dire record di punti conseguiti in una sola stagione nella storia dei giallorossi e qualificazione in Champions League.

Questo campionato sarà anche ricordato per la frase che il tecnico romanista che esprime nel post derby (prima del suo arrivo, la Roma prende molte batoste nella stracittadina):

Abbiamo rimesso la Chiesa al centro del villaggio.

I tifosi della Roma ricordano anche quando alla vigilia di quel derby di andata del settembre 2013 dirà:

“L’avevo detto alla vigilia: un derby non si gioca, si vince e basta.

Concluso il primo campionato in Serie A con un ottimo risultato, ai nastri di partenza della stagione successiva, la Roma di Rudi Garcia parte coi favori del pronostico e nel ruolo di anti-Juve. Le cose però non andranno come sperato e la serie A dai capitolini, verrà concluso solo in extremis al secondo posto.

La partita di cartello di quell’anno che fa discutere e non poco è quella disputata dall Roma a Torino contro la Juventus. Alcune decisioni discutibili da parte dell’arbitro Rocchi, portano a grandi proteste giallorosse, una delle quali il rigore assegnato alla Juve per un mani fuori area di Maicon. E’ emblematico il gesto del violino che mima verso il fischietto toscano, Garcia.

Nel post partita dopo la rabbia per lasconfitta dice:

E’ interessante vedere che qui a Torino le aree di rigore le fanno grandi 17 metri…

Anche la stagione europea è un fallimento per il tecnico ex Lille e toccherà il punto negativo più alto con la sconfitta in Champions contro il Bayern Monaco che alla sua squadra rifila 7 gol. Il terzo anno invece per l’allenatore transalpino, si riduce in verità solo a 6 mesi di lavoro. A gennaio viene sollevato dal suo incarico.

Le stigmate da grande allenatore ma …

Le uniche due vittorie conseguite sono quelle del 2009/2010, dopo di che dove è andato non ha mai più vinto nulla. E’ sicuramente un grandissimo allenatore. Fa giocare molto bene le sue squadre, ma raccoglie sempre meno di quello che coltiva. Marsiglia, Lione e All Nassr le sue ultime destinazioni prima di approdare al Napoli campione d’Italia.

Tecnicamente competente, ma spesso è ostaggio della sua impulsività: viene anche elogiato ed ammirato per le sue uscite pubbliche, a volte però diventano virali solo perché oggetto di contestazione da parte di quell’opinione pubblica che lo ritiene uno sconfitto che non accetta la superiorità dell’avversario. Non che capiti tutte le volte, ma incarna perfettamente lo stile del classico allenatore francese.

A tal proposito, si ricorda una delle sue ultime uscite, quando nel post partita degli ottavi di ritorno della Chamionpes, nel 2019/2020, il suo Lione, riesce a buttare fuori la Juventus di Sarri e Ronaldo dalla competizione:

ma a

Ho un messaggio per i miei amici di Roma e della Roma, Ragazzi, ce l’abbiamo fatta!

Oggi dopo 7 anni ritorna in Italia, ma al Napoli e guai a chiedere se la sua squadra è la favorita del campionato. Sapete cosa vi risponderà? Come ha fatto indirettamente ad Allegri nell’ottobre 2015 ai microfoni di un giornalista in occasione del post partita contro l’Empoli:

Allegri ha detto che i favoriti per lo scudetto siamo noi e l’Inter? Questa cosa della favorita sembra un ping pong.