Emergono nuovi dettagli sul tragico incidente che a Casal Palocco, a Roma, ha provocato la morte di un bambino di 5 anni e il ferimento della mamma e della sorellina. Sembra infatti che lo youtuber alla guida sia risultato positivo ai cannabinoidi e che, anche dopo il sinistro, nonostante la situazione fosse grave, abbia continuato a riprendere ciò che accadeva insieme ai ragazzi che erano con lui. A dirlo è stato un testimone. Il giovane, di 20 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale. Per i suoi compagni l’ipotesi di reato è di concorso in omicidio.

Incidente di Roma, youtuber alla guida risultato positivo ai cannabinoidi

Si chiama Matteo Di Pietro ed è co-fondatore, insieme a Leonardo Golinelli, della società a responsabilità limitata che gestisce il canale Youtube TheBorderline, specializzato in “gare”, il ragazzo che due giorni fa era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell’incidente stradale di Casal Palocco. Stando alle ultime notizie, il 20enne, indagato per omicidio stradale, sarebbe risultato positivo ai cannabinoidi ma non all’alcol test.

Si aggrava, in questo modo, la sua posizione. Stando a quanto ricostruito finora, sembra che Di Pietro e i suoi compagni avessero noleggiato il costoso mezzo per compiere una challenge da pubblicare online: restarvi a bordo per 50 ore di fila. Una sfida annunciata nei giorni precedenti sui loro canali social e testimoniata tappa per tappa.

La ricostruzione dell’incidente

Il tragico sinistro è avvenuto nel pomeriggio del 14 giugno tra via Archelao di Mileto e via di Macchia Saponara. Secondo gli youtuber, la donna alla guida della Smart – rimasta ferita insieme alla figlia di 4 anni e attualmente ricoverata al Sant’Eugenio – avrebbe effettuato una manovra azzardata. Per questo, nonostante non viaggiassero ad alta velocità, non sarebbero riusciti ad evitare l’impatto, come dimostra l’assenza di segni di frenata sull’asfalto.

Una versione dei fatti che cozza con quella raccontata da alcuni testimoni, che hanno rivelato di aver visto la Lamborghini superare – in maniera rischiosa – un’auto ferma per far passare la Smart. Saranno le immagini della telecamera interna all’auto dei giovani a permettere di ricostruire le esatte dinamiche dell’incidente.

Bisognerà poi chiarire da quanto tempo Di Pietro avesse preso la patente. Il codice della strada prevede infatti che i neopatentati non possano guidare auto di grossa cilindrata, come il suv Lamborghini noleggiato loro dalla società Skylimit di Torrenova per 2mila euro al giorno. Sarà la Procura a disporre tutti gli accertamenti del caso.

Ipotesi iscrizione in concorso

Al vaglio degli inquirenti, poi, il coinvolgimento degli altri ragazzi che si trovavano a bordo dell’auto. Ciò che si cerca di capire è se, al momento dell’impatto, i giovani, tutti tra i 20 e i 22 anni di età, stessero in qualche modo incitando il loro amico. Una volta raccolti tutti gli elementi, si potrebbe anche decidere di iscriverli “in concorso” nel registro degli indagati.

Fondamentale, in questo senso, sarà l’analisi dei telefoni cellulari dei coinvolti, già sottoposti a sequestro. Secondo un testimone, un amico di famiglia del bimbo deceduto, gli youtuber avrebbero ripreso anche gli attimi successivi al sinistro.

Dopo l’incidente continuavano a filmare – ha dichiarato l’uomo -. Il papà di un altro bambino li ha ripresi, gli ha urlato: ‘Ma che c***o” fate’ e ha discusso con i ragazzi. Continuavano a filmare e il bimbo era morto.

A riportarlo è Il Messaggero. In quei momenti il papà del piccolo Manuel, morto all’ospedale Grassi di Ostia a causa delle gravi lesioni riportate, avrebbe provato ad aggredire i ragazzi, sconvolto dall’accaduto. La figlia più piccola, di 4 anni, è stata dimessa ieri. La moglie, invece, sarebbe ancora ricoverata.

Volevo esprimere con quel che resta del cuore mio, di Elena e della piccola Aurora un ringraziamento a voi che avete pregato, donato e anche solo pensato al nostro Manuel strappato da ‘sto mondo infame. Ti ameremo per sempre,

ha scritto nelle scorse ore, sui social, chiedendo a tutti di ricondividere la sua storia.

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