Si avvicina Italia-Spagna, e le probabili formazioni del match valevole per le semifinali di Nations League contro le Furie Rosse portano in auge un insieme di speranza mista a conferme antiche. Per la precisione risalenti a luglio 2021, mese della gioia azzurra e di un popolo intero che si laureò campione d’Europa, una parentesi paradisiaca prima della discesa agli inferi con l’esclusione dal Mondiale in seguito vinto dall’Argentina.

Italia-Spagna, le probabili formazioni del De Grolsch

La Nations League è il viatico per poter ripartire di gran carriera, il leit motiv del ct Roberto Mancini è inciso sulla pietra e vuole che i suoi ragazzi lo seguano a dovere. Un discorso simile viene fatto anche tra le maglie della Spagna. Le Furie Rosse devono riscattarsi dopo un Mondiale insufficiente, il ct De La Fuente è chiamato a far dimenticare l’eliminazione contro il Marocco per portare nuova linfa all’ambiente.

Lo fa affidandosi al 4-2-3-1 e ad un undici inedito: in porta agirà Kepa, mentre in difesa dovrebbero trovare il posto da titolare Jesus Navas, Laporte, LeNormand e Jordi Alba. In mediana pronti Rodri e Merino, mentre la trequarti sarà composta da Merino, Asensio e Ansu Fati, a supporto dell’unica punta Morata.

Dall’altra parte il ct Mancini si affida al 4-3-3 con Donnarumma in porta, Di Lorenzo, Toloi, Acerbi e Spinazzola in difesa. A centrocampo Jorginho, Verratti e Barella, mentre in avanti l’unico ballottaggio è quello tra Immobile e Retegui (con il laziale in vantaggio sull’italo-argentino), mentre Zaniolo e Raspadori agiranno sugli esterni.

Italia-Spagna, ritorno alle origini

Basta vedere le probabili formazioni per rendersi conto di un concetto semplice e oggettivo. Se da una parte la Spagna decide di affrontare un nuovo corso basandosi sulla novità, dall’altra parte l’Italia cerca di recuperare le proprie certezze guardandosi indietro. Dieci undicesimi infatti sono gli eroi di Wembley, coloro capaci di poter far vivere un sogno ad un paese in quel momento ancora in fibrillazione causa Covid. Da lì il momento del declino, con gli stessi giocatori che hanno provato ad aggrapparsi ad una speranza di qualificazione mondiale sfumata contro la Macedonia in quella notte maledetta del Renzo Barbera.

Un crepa che ancora non si è saldata, tra esperimenti di difesa a tre e oriundi come ancora di salvataggio. Un mix di possibilità azzerate in un attimo, almeno a vedere le possibili scelte del Mancio. Il ct non vuole rischiare, cerca di trovare conferme abbracciando nuovamente il passato, accantonando il principio del “dobbiamo puntare sui giovani italiani“.

Un concetto che si aggrava specialmente se dall’altra parte c’è un Under 20 capace di poter confermare come la materia prima sia presente, in attesa di poter essere sgrezzata a dovere, ma che di possibilità non ne riesce a vedere. L’Italia è l’unico paese che discrimina i propri giocatori e il proprio campionato. Per noi chi viene dalla Premier è sempre più forte” dice Davide Frattesi, che non ci girà intorno e va dritto al punto. Serve coraggio, a Mancini il compito di metterlo in campo.